Famiglia più serena se la paghetta è mensile
Assegnare ai figli una somma mensile, così che imparino a gestire le piccole spese personali, migliora anche il rapporto dei ragazzi con i loro genitori. Lo dice una ricerca condotta nella Svizzera tedesca, dove il "salario giovanile" è più diffuso.
Il servizio del TgCollegamento esterno della Radiotelevisione svizzera comincia con un ritratto di famiglia a nord delle Alpi. Il figlio maggiore, 16 anni, riceve 175 franchi al mese. Quello minore, 13 anni, ne prende 125.
“Con quel denaro devo pagare vestiti, parrucchiere, scarpe, cose personali, biglietti del treno, gite, telefonino, le piccole spese”, precisa Maurin.
“Devi imparare a non spendere tutto all’inizio del mese per avere ancora soldi alla fine del mese, se c’è qualcosa che ti interessa”, sottolinea Noe.
Il modello della somma fissa mensile senza possibilità di arrotondare, proposto per la prima volta negli anni ’70 dallo psicologo Urs Abt, è oggi promosso dall’associazione JugendlohnCollegamento esterno.
“È più un modello educativo che finanziario”, chiarisce la professoressa Claudia Meier MagistrettiCollegamento esterno, della Scuola universitaria di Lucerna.
Nelle famiglie che lo applicano, interpellate da uno studio, i giovani “imparano a pianificare, a prendere decisioni autonome, a distinguere fra cosa è importante e cosa è invece un desiderio consumistico, sono più prudenti e sicuri di sé nel gestire il denaro”.
E così mentre si insegna e a evitare l’indebitamento, dice la ricerca, diminuiscono anche le tensioni fra genitori e figli adolescenti per ciò che riguarda denaro e consumi. A vantaggio della serenità di tutta la famiglia.
In media, in Svizzera
a 6-7 anni si affrontano con i genitori argomenti legati al denaro
a 7-8 anni si effettuano i primi, piccoli acquisti in autonomia
a 8-10 anni si dispone liberamente della paghetta
a 10-12 anni si comincia a ricevere regali in denaro
a 16 anni si usa per la prima volta una carta bancaria
fonte: Studio di Pro Juventute e Credit Suisse (2017)
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