Quando casa diventa scuola
Per frenare la pandemia di coronavirus, da due settimane le scuole svizzere sono chiuse. Ma questo non vuol dire che il processo educativo si sia fermato. Ne abbiamo parlato con un docente ticinese.
I docenti continuano ad insegnare e gli allievi a studiare e fare i compiti, ciascuno da casa propria, in gran parte con il supporto della tecnologia digitale.
Una situazione sicuramente non ideale e piena di incognite che non ha però solamente risvolti negativi. Ne abbiamo discusso con Sebastiano, docente di scuola elementare e genitore di due ragazzi, Teo e Noé che frequentano ancora la scuola dell’obbligo.
tvsvizzera.it: Ci sono state delle direttive cantonali su come lavorare in questo periodo?
Sebastiano: Direttive cantonali precise su come i docenti avrebbero dovuto agire inizialmente non ce ne sono state, anche perché la chiusura è arrivata in modo piuttosto improvviso. L’attenzione è stata data, come in tutti gli altri ambiti, all’aspetto sanitario. A livello di scuole comunali (elementari) ogni sede ha cercato di mantenere la stessa linea all’interno dell’istituto e si è organizzata a modo suo. Seguendo questa linea ogni docente fa ciò che ritiene sia meglio per i suoi ragazzi, nel limite delle sue possibilità.
La docente di mio figlio Teo (elementari) fa il giro di tutte le case dei suoi allievi il martedì per mettere nella cassetta delle lettere la cartelletta con i compiti e le schede che poi ritira la domenica.
Ci sono docenti che si incontrano tutti i giorni con la propria classe via Skype, altri una volta alla settimana. Si tratta, specie per i più piccoli, soprattutto di mantenere il legame piuttosto che di fare lezioni vere e proprie, anche se un po’ abbiamo già cominciato.
Per esempio inviamo le mail con proposte di attività ed informazioni e i filmati degli animali che stanno allevando in classe.
“Questa situazione accentua le difficoltà degli allievi meno autonomi o che già vivono in condizioni particolari.”
In che misura sfruttate le possibilità offerte dal digitale? Quali sono vantaggi e svantaggi?
Il digitale è molto utile, cerco di utilizzarlo, anche se io penso di sfruttarlo ancora poco rispetto alle potenzialità che offre. Credo sia un’occasione per la scuola. Tutti, volenti o nolenti, hanno dovuto cominciare ad usare questi strumenti e si sono adattati, chiedendo come fare ai colleghi che se ne intendono di più. E anche i genitori: la madre di una mia allieva ha creato il suo primo indirizzo email.
Chiaramente c’è il vantaggio che si può continuare a lavorare. Dall’altra parte manca il contatto costante diretto con gli allievi e bisogna stare molto tempo davanti allo schermo.
Io ritengo che abbiamo l’occasione di lasciare lo spazio ai bambini per imparare in modo diverso. Hanno più tempo per vivere maggiormente la casa e molti l’occasione per stare di più con i genitori, che non dovrebbero essere docenti tutto il giorno. Io, tra i mei compiti settimanali, scrivo anche incarichi come “metti in ordine la camera”, “aiuta a cucinare qualcosa”, “prepara la lista della spesa” . Sono richieste che spettano ai genitori, ma se lo dice anche il maestro è utile.
D’altro canto, questa situazione accentua le difficoltà degli allievi meno autonomi o che già vivono in condizioni particolari. Chi, ad esempio, ha una famiglia che faceva fatica a seguirlo già in una situazione normale, o quelli che una famiglia non ce l’hanno. Comunque, i docenti di sostegno pedagogico che li seguivano da vicino continuano a farlo, anche se in modo diverso.
Quale percentuale di programma si riesce ad affrontare?
Per quanto riguarda gli obiettivi, il programma si potrebbe riuscire a completare anche se questa situazione durasse fino alla fine dell’anno scolastico. Adesso ci siamo dentro da poco, ma le cose migliorano. Ad usare la tecnologia pian piano ci si abitua, anche chi non ha dimestichezza impara, e i problemi si risolvono. In questa situazione ognuno deve mettere in atto tutte le sue competenze per poter superare al meglio questo momento.
Ma tutti si stanno muovendo in questa direzione. C’è una grande collaborazione: aiuti per come gestire la scuola a distanza arrivano a docenti e genitori dal collegio degli ispettori, proposte di attività per organizzare al meglio la giornata dei bambini giungono da case editrici, siti internet, … ed anche da genitori (e sul gruppo Whatsapp della classe ci sono genitori iperattivi e preparati) che propongono continuamente nuove idee e attività.
Una scuola a distanza è dunque possibile?
Fattibile è fattibile. Però non credo possa sostituire la scuola “normale”, soprattutto quella dell’obbligo, ma può essere un valido complemento. Ai miei figli manca tantissimo l’andare a scuola e vedere i compagni, lo stare con gli altri. Credo che comunque, dopo la riapertura le conoscenze acquisite durante questo periodo saranno un bagaglio importante che rimarrà in docenti e allievi e potrà dare un input importante alla scuola.
Se si dovesse arrivare alla fine dell’anno in questo modo penso che la più grande perdita sarebbe non avere un momento dove salutarsi, ritrovare il gruppo, segnare la fine della scuola e l’inizio delle vacanze e soprattutto discutere su quello che è successo di persona, tutti insieme per metterci un bel “punto”.
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