La riforma dell’esercito svizzero riprende slancio dopo la clamorosa battuta d’arresto vissuta al Consiglio nazionale sei mesi fa, quando il progetto era stato bocciato dal veto incrociato di sinistra e UDC.
Questa volta la camera del popolo ha detto si alla riforma. Un esercito più piccolo: di 100mila uomini e che sarà finanziato con 5 miliardi di franchi all’anno. E il dossier torna ora al Consiglio degli Stati.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
L’esercito svizzero è pronto a proteggere le frontiere
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Se le autorità civili lo riterranno opportuno, l’esercito è pronto ad intervenire nella protezione delle frontiere”. A dirlo è il comandante di corpo André Blattmann, che per la prima volta si è espresso, dopo gli attentati di Parigi, sulla situazione di sicurezza della Svizzera.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il ministo Ueli Maurer è tornato a difendere il suo progetto di sviluppo dell’esercito, attualmente al vaglio delle camere. Lo ha fatto nel corso dell’assemblea della Società svizzera degli ufficiali. Il Capo del Dipartimento della difesa è convinto che un esercito da 100mila uomini – finanziato da 5 miliardi all’anno – sia la soluzione ideale.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il 25 luglio del 1940, poco dopo l’invasione della Francia da parte della Germania nazionalsocialista, il generale Henri Guisan convocava i vertici dell’esercito svizzero sul praticello del Rütli. Sono passati 75 anni e oggi l’associazione degli ufficiali ha organizzato una festa commemorativa per ricordare quell’evento e anche per ribadire le proprie posizioni rispetto alla centralità…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.