Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandida
La consigliera federale grigionese, politica di punta del Partito borghese democratico, si ritira dal governo federale. Complice l'avanzata della destra e l'indebolimento del centro
Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandiderà per un posto in Consiglio federale il prossimo 9 dicembre. L’annuncio atteso solo per sabato, è stato fatto oggi ai media a Berna. Come i saggi stoici, la consigliera federale ha affermato che “c’è sempre il momento giusto per ritirarsi, e questo è il momento giusto per me”. La decisione sarebbe dunque dovuta a motivi strettamente personali. La consigliera federale ha accuratamente evitato di citare la situazione politica attuale. E ha pure evitato di ammettere che la decisione di ritirarsi sia dovuta a un indebolimento sostanziale del centro e in parte anche del suo partito, il partito borghese democratico (PBD).
Eveline Widmer-Schlumpf, la scheda
L’avanzata della destra
Le elezioni federali del 18 ottobre scorso hanno sensibilmente indebolito il centro (del quale la Consigliera federale era una rappresentante) a favore della destra. A causa di questo spostamento, l’UDC – il partito uscito vincitore dalla tornata elettorale – ha chiesto a voce alta un secondo seggio nel governo, ovvero proprio il seggio di Eveline Widmer-Schlumpf. Ora l’UDC è accontentata.
Elezione del governo
Il 9 dicembre prossimo l’Assemblea federale (le due camere unite) dovrà rieleggere il Consiglio federale. Attualmente il governo è composto da 2 socialisti, 2 liberali radicali, un popolare democratico, un democentrista (UDC) e un borghese democratico (rappresentato appunto da Eveline Widmer-Schlumpf). Con ogni probabilità il seggio dei borghesi democratici andrà a favore dell’UDC. Nessuno infatti sembra negare questo diritto al partito di maggioranza relativa del paese.
Rinuncia di Widmer-Schlumpf, le reazioni
Ora tocca all’UDC
Il partito di maggioranza relativa e grande vincitrice delle elezioni federali punta dunque al secondo seggio in governo. Come detto, quasi tutti gli schieramenti politici non sono contrari a questa soluzione. Ma occorre attendere ancora un dato essenziale, ovvero i risultati dei diversi ballottaggi nei diversi cantoni che definiranno la composizione del Consiglio degli stati:
1) Se l’UDC e i liberali radicali (PLR) dovessero avere la maggioranza assoluta, come l’hanno già al Consiglio nazionale, qualsiasi candidato presentato dall’UDC dovrebbe essere eletto senza problema.
2) Se i due partiti non dovessero raggiungere la maggioranza assoluta, allora l’UDC sarebbe obbligata a presentare un candidato dell’ala moderata del partito affinché possa essere eletto.
3) Se UDC e PLR non dovessero avere i numeri necessari per eleggere da soli il candidato UDC e se quest’ultimo dovesse presentare un candidato non proveniente dall’ala moderata, allora si aprirebbero diversi scenari possibili. Allora si che l’elezione del governo del 9 dicembre sarebbe davvero interessante.
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