Fare azienda in Ticino (o in Svizzera)
Come si fa, chi l'ha fatto, chi potrebbe farlo, chi non lo farà mai e per chi può valere la pena
Con la grave crisi economica che soffoca l’Italia da anni, nella testa di molti imprenditori italiani sembra far sempre più capolino l’idea di aprire un’impresa in Svizzera, nello specifico in Ticino. Lasciarsi alle spalle una burocrazia opprimente e una fiscalità tra le più alte al mondo, sono le 2 principali motivazioni che guidano la scelta di chi decide di fare tale scelta.
Anche una diversa modalità di termine del rapporto di lavoro, grazie all’assenza di un corrispettivo dell’articolo 18 italiano, è una motivazione interessante per gli imprenditori italiani che guardano al mondo elvetico.
A confermarlo, le diverse testimonianze di imprenditori e commercianti che abbiamo raccolto. Gli esempi non riguardano soltanto quelli che desiderano lasciare l’Italia per aprire una nuova realtà commerciale su suolo elvetico, ma c’è anche chi decide di delocalizzare in Ticino come Ornella Gambarotto e Riccardo Fuochi che raccontano il loro approdo nel Canton Ticino, mantenendo comunque le attività in Italia.
C’è chi decide di non lasciare il proprio paese, l’Italia per l’appunto, come Paolo Federici che dice “se mi trasferissi in Svizzera, il mio lavoro sarebbe più semplice e apprezzato, e i miei bilanci in attivo”.
Come in ogni questione non è tutto oro quel che luccica e, se un’impresa non è competitiva, non sarà il trasferirsi in Svizzera (o in un altro stato) che le garantirà la sopravvivenza.
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