Fattoria degli orrori, assolto veterinario turgoviese
L'ex responsabile dell'Ufficio di veterinaria cantonale è stato assolto in primo grado a Frauenfeld da tutte le accuse legate a presunte omissioni nella vicenda della "fattoria degli orrori" di Hefenhofen. Prosciolti anche tre suoi ex collaboratori.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Il Tribunale distrettuale ha stabilito che gli imputati non hanno commesso azioni penalmente rilevanti e, nonostante alcuni errori, il capo dell’Ufficio di veterinaria (oggi in pensione) non è rimasto inattivo, contrariamente a quanto ha sostenuto in aula il Ministero pubblico.
L’ex responsabile cantonale cercò infatti di mettere in pratica dei divieti di allevare animali a Hefenhofen, decisi in seguito alle denunce.
Nella vicenda erano tuttavia coinvolti anche altri uffici cantonali e la responsabilità principale in questa vicenda è semmai da attribuire, secondo i giudici, ai vertici del Dipartimento dell’interno e dell’economia.
Richiesta di risarcimento respinta
Al processo che si è aperto alla fine di gennaio, la pubblica accusa chiedeva per l’imputato principale una condanna a 18 mesi con la condizionale per i reati di abuso di autorità, favoreggiamento e maltrattamento di animali per omissione, amministrazione infedele e diminuzione dell’attivo in danno dei creditori.
Ai quattro imputati veniva in particolare rimproverato di avere effettuato vari controlli nella fattoria di Hefenhofen solo dopo aver preventivamente informato l’allevatore. Sarebbero inoltre intervenuti troppo tardi, rendendosi complici di maltrattamenti e avrebbero omesso di far rispettare i divieti emessi già a partire dal 2013 nei confronti dell’allevatore.
Il legale dell’allevatore, che ha preso parte al processo come accusatore privato, si è visto invece negare un risarcimento per il danno economico subito dal suo assistito a causa dello sgombero deciso “senza una base legale.
La “fattoria degli orrori”
Il caso riguardante la cosiddetta “fattoria degli orrori” era scoppiato il 3 agosto 2017, dopo che il Blick aveva pubblicato le foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati, scattate da una ex dipendente dell’allevatore.
Quattro giorni più tardi, diversi attivisti per la protezione degli animali avevano assistito a debita distanza allo sgombero forzato della fattoria deciso dalle autorità locali. Erano stati prelevati circa 250 animali tra cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e lama e novanta cavalli erano poi stati venduti all’asta.
Dalle indagini era emerso che nel corso degli anni l’allevatore si era opposto a tutte le decisioni delle autorità e sono stati quindi chiamati in causa anche l’ex veterinario cantonale e i collaboratori, per i quali è stato aperto un procedimento separato.
Allevatore assolto dalle principali imputazioni
Nel marzo di un anno fa, al processo di prima istanza, il proprietario dell’allevamento è stato assolto, per mancanza di prove “utilizzabili”, da molti dei capi d’imputazione di cui era incriminato e condannato a otto mesi di detenzione con la condizionale.
Il Tribunale distrettuale di Arbon (TG) aveva accertato diverse negligenze da parte dell’imputato, ma aveva dato in gran parte ragione alla difesa per quel che riguarda i vizi di forma, criticando l’operato sia del Ministero pubblico che dell’Ufficio cantonale di veterinaria. Il Ministero pubblico ha già presentato ricorso in appello per quella sentenza.
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