Come previsto l'Unione europea ha tolto la Svizzera dalla lista grigia dei paesi non collaborativi in ambito fiscale e finanziario.
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tvsvizzera/afp/ats/spal con RSI (TG del 10.10.2019)
I ministri dei Ventotto riuniti giovedì a Lussemburgo hanno dato seguito alle indicazioni dei loro ambasciatori e alle raccomandazioni del gruppo di esperti europei che a metà settembre aveva promosso le riforme attuate da Berna.
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Se la Svizzera esce da questa lista, ha commentato il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, “è un successo per me. La migliore lista è quella più corta”. “La Svizzera adempie e attua gli standard internazionali in materia fiscale e questo è stato riconosciuto”, ha invece rilevato con una certa soddisfazione la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.
A pesare sulla decisione positiva di Bruxelles è stata soprattutto l’adozione della riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA)Collegamento esterno, progetto su cui il popolo si è pronunciato favorevolmente con il 66,4% dei voti lo scorso 19 maggio e che entrerà in vigore in gennaio. Le nuove norme hanno cancellato i privilegi fiscali di cui godevano le società straniere in alcuni cantoni e che costituivano un ostacolo nei rapporti con l’UE.
A giudizio di importanti organizzazioni internazionali (Ocse e Ue) il sistema fiscale svizzero non era infatti compatibile con principi e disposizioni normative vigenti su piano internazionale e tutte le imprese sul suo territorio, indipendentemente da loro origine e dimensioni, saranno ora tassate uniformemente.
Da parte sua l’ong Oxfam ha criticato la decisione dell’Ecofin sostenendo che la Confederazione ha sì cancellato alcuni privilegi fiscali, ma continua ad applicare aliquote fiscali agevolate allo scopo di attirare le società straniere che a questo modo non sono tassate a sufficienza.
Oltre a quella della Svizzera, l’Ue ha sanato completamente anche la posizione di Albania, Serbia, Mauritius e Costa Rica, che pure hanno attuato le riforme richieste per essere conformi alle regole della cooperazione. Mentre Emirati Arabi e Isole Marshall sono stati rimossi dall’elenco dei paradisi fiscali (lista nera) che continua a comprendere nove paesi (Samoa, Belize, Figi, Guam, Oman, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini e Vanuatu).
I ministri delle finanze Ue (Ecofin) avevano creato le due liste circa due anni fa, in seguito agli scandali Panama papers e LuxLeaks, per lottare più efficacemente contro l’evasione fiscale delle multinazionali.
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