Fisco, scambio automatico dal 2018
Il governo svizzero informa i partner sui prossimi nella lotta all'evasione di capitali internazionale
La Svizzera procederà allo scambio automatico di informazioni in materia fiscale dal 2018. Della decisione, che dà seguito agli impegni sottoscritti recentemente dal governo federale, sono stati informati oggi gli enti internazionali del settore attraverso una lettera indirizzata al Forum mondiale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni nelle questioni fiscali.
Gli istituti finanziari elvetici, grazie alla base legale che sarà elaborata nei prossimi mesi, potrebbero iniziare a rilevare i dati dei conti dei contribuenti esteri nel 2017 ed effettuare il primo scambio di informazioni nel 2018, a condizione che il Parlamento approvi per tempo i necessari testi di legge e accordi.
In proposito l’esecutivo, che ha già ricevuto l’avallo delle competenti commissioni parlamentari, ha anche approvato i mandati di negoziazione per l’introduzione dei nuovi criteri. In particolare la Svizzera avvierà trattative con l’Unione europea per la regolarizzazione delle situazioni passate e il libero accesso ai mercati finanziari.
Quanto agli Stati Uniti si tratterà invece di rivedere il cosiddetto accordo FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) secondo il quale i dati tra le autorità competenti vengono scambiati automaticamente e sulla base di reciprocità. Attualmente, in assenza del consenso del titolare del conto, le informazioni bancarie sono trasmesse agli USA in modo anonimo e nel quadro delle procedure di assistenza amministrativa.
Ma il Consiglio federale vuole estendere il negoziato anche ad altri Paesi, in particolare quelli con i quali esistono strette relazioni economiche e politiche e che mettono a disposizione dei propri contribuenti una sufficiente possibilità di regolarizzazione. Come, ad esempio, la voluntary disclosure attualmente pendente nel parlamento italiano.
Con l’attuazione dei criteri promossi dall’OCSE si conferma l’orientamento del Consiglio federale in favore della trasparenza della propria piazza finanziaria, che a questo punto rende anacronistico l’inserimento del paese nelle varie black-list, come quella italiana.
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