Istruzione a casa per metà reclute svizzere
La scuola reclute di gennaio verrà scaglionata per ridurre i rischi di infezione e sarà dedicata principalmente al supporto che l'esercito potrebbe essere chiamato a fornire alle autorità civili nella lotta contro il Covid-19, qualora il suo intervento si rendesse necessario nei prossimi mesi.
Secondo quanto è stato deciso dai vertici militari un primo scaglione di seimila reclute entrerà in servizio il 18 gennaio, sette giorni dopo gli ufficiali, nelle scuole sanitarie e d’ospedale. L’obiettivo è di accelerare il loro eventuale impiego sul campo.
A loro si affiancheranno i militari che effettueranno nel primo trimestre i corsi di ripetizione e che sono immediatamente impiegabili nella gestione della pandemia (i due terzi dei corsi sono stati però rimandati ai prossimi mesi).
Per l’altra metà di reclute è prevista invece un’istruzione teorica a distanza di sei ore quotidiane a casa, che comprende anche attività sportive (quattro ore settimanali), fino all’8 febbraio, giorno in cui dovranno recarsi alle caserme di riferimento per proseguire regolarmente i corsi militari.
Naturalmente è prevista l’applicazione di rigorosi concetti di protezione, indicano le forze armate, e lo scaglionamento delle reclute ha il preciso scopo di assistere gli eventuali positivi al test del tampone e garantire l’adozione delle misure di isolamento che si impongono (obbligo continuo della mascherina, riduzione dei posti letto per camerata, più turni alle mense).
Grazie a questa soluzione, indica una nota dell’esercito, da un lato resta possibile fornire un appoggio supplementare a breve termine alla sanità pubblica e dall’altro viene garantita l’istruzione delle nuove leve e quindi la prontezza a lungo termine delle truppe.
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG dell’8.1.2021)
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