Il Ministero pubblico dei Grigioni ha incriminato cinque persone, accusate di omicidio colposo plurimo in relazione alla frana di Bondo (GR), che nel 2017 causò otto vittime.
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Keystone-ATS
Spetterà ora al Tribunale distrettuale di Maloja stabilire se gli imputati abbiano valutato in maniera negligente la situazione di pericolo che ha portato al decesso degli escursionisti.
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La Procura grigionese ha confermato questa sera l’informazione pubblicata dalla rivista “Beobachter”. Secondo il Ministero pubblico retico, sulla base di un’analisi dei pericoli, i sentieri nella zona devastata dalla frana del 23 agosto di sette anni fa avrebbero dovuto essere chiusi in tempo dalle autorità.
Tra gli accusati figurano dipendenti dell’Ufficio foreste e pericoli naturali del Cantone, nonché l’attuale consigliera nazionale – e allora sindaca di Bondo – Anna Giacometti (PLR), come si evince da un estratto dell’atto d’accusa visionato da Keystone-ATS.
Nel 2019, sulla base di un rapporto di 73 pagine redatte dallo stesso Ufficio foreste e pericoli naturali, la Procura retica aveva deciso di archiviare l’inchiesta penale, ritenendo la colata un evento naturale imprevedibile.
Tuttavia, alla redazione del documento hanno collaborato anche quei dipendenti dell’ufficio cantonale indagati. Solo due anni più tardi, nel 2021, i parenti degli otto escursionisti deceduti a seguito della frana sono riusciti a fare in modo che il Tribunale federale (TF) intimasse il Ministero pubblico grigionese di riaprire il fascicolo.
Il procedimento penale è stato poi riavviato a gennaio di quest’anno. Gli inquirenti si sono basati su una perizia esterna del geologo vodese Thierry Oppikofer, resa nota un mese prima, secondo la quale la frana era stata “preannunciata da numerosi esperti” e le autorità avevano corso un “rischio inaccettabile” decidendo di non chiudere in anticipo i sentieri escursionistici.
Gli imputati dovranno ora presentarsi difronte al Tribunale distrettuale di Maloja e rischiano una pena pecuniaria o addirittura una pena detentiva fino a tre anni di reclusione per omicidio colposo.
Nel gennaio del 2024, Ufficio foreste e pericoli naturali grigionese aveva dichiarato che “l’amministrazione cantonale ha un grande interesse a garantire una rapida accelerazione del procedimento e a fare chiarezza a favore di tutti gli interessati”.
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