Franco forte, dibattito urgente in Parlamento
Il Consiglio nazionale ha discusso della difficile fase economica svizzera, con la soppressione di molti impieghi, specie nell'industria d'esportazione
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Franco forte ed economia, dibattito urgente al CN
La situazione economica in Svizzera è stata al centro, mercoledì, di un dibattito urgente al Consiglio nazionale. Una situazione tuttora condizionata dalla forza del franco e dalla soppressione di molti posti di lavoro soprattutto nell’industria d’esportazione. Nella discussione, sono emerse una volta ancora posizioni inconciliabili tra destra e sinistra.
Non passa quasi giorno senza che dal settore industriale arrivino cattive notizie. Alstom sopprime 1300 posti di lavoro, Arbonia Forster 200, Schindler 120 e Sulzer 90.
Per la sinistra sul banco degli imputati c’è la politica monetaria della Banca nazionale. Ma una parte di responsabilità ce l’ha anche il ministero dell’economia, accusato di passività.
” Lei, Signor Schneider-Amman, conosce bene la situazione economica delle aziende”, ha detto il consigliere nazionale socialista Corrado Pardini. “Lei consente, però, al signor Jordan della Banca nazionale di fare una politica monetaria contraria agli interessi dell’industria e contraria quindi all’interesse generale del paese”.
La risposta da destra non si fa attendere. Bisogna ridurre le spese dello stato, sgravare le aziende sul piano amministrativo, e mantenere un mercato del lavoro flessibile.
“La più grande sfida”, osserva il liberale-radicale Christian Lüscher, “è quella di fermare il partito socialista che con tutte le sue iniziative vuole sabotare il nostro modello economico”.
Dal canto suo, Il ministro dell’economia Johann Schneider-Amman rimane fedele al suo credo liberale. Libertà d’azione per le imprese, interventi dello stato solo se davvero necessari.
“Il nostro livello d’occupazione”, ricorda, “è del 20% superiore a quello degli stati a noi vicini, del 30% superiore a quello degli Stati membri dell’OCSE. Queste cifre dimostrano che non siamo sulla strada sbagliata”.
Nulla di concreto è però scaturito mercoledì dal dibattito urgente al Consiglio nazionale sulla situazione economica. Una volta ancora destra e sinistra hanno duellato. Ognuna ferma sulle proprie posizioni in gran parte inconciliabili.
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