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Gaza, stop agli aiuti svizzeri all’UNRWA

Civili attendono un pasto a Gaza.
Civili chiedono un pasto a Gaza. keystone

La Camera bassa contraria alla proposta del Governo di stanziare nuovi finanziamenti all’agenzia ONU a sostegno delle persone sfollate palestinesi. La palla passa ora al Consiglio degli Stati.

Il controverso contributo svizzero all’agenzia ONU, che si occupa dell’emergenza umanitaria a Gaza (UNRWA), è approdato lunedì sui banchi del Consiglio Nazionale, dopo che della questione si erano interessate le commissioni delle due Camere e lo stesso Consiglio federale.

A sorpresa, il Consiglio nazionale ha approvato, con 99 voti a 88 e 7 astensioni, una mozione del parlamentare appenzellese dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) David Zuberbühler per il blocco del finanziamento all’agenzia, contraddicendo il precedente orientamento espresso sia dal Governo che dalla stessa commissione preparatoria.

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Per il deputato democentrista, che ha citato un rapporto congiunto di UN Watch e IMPACT-se, questa organizzazione impiega nelle sue scuole insegnanti che celebrano i terroristi di Hamas come martiri o addirittura incitano alla violenza contro le persone ebree.

Secondo l’UDC, la Svizzera, non deve più sostenere neanche indirettamente il terrorismo e l’antisemitismo e potrà invece tornare a essere una vera mediatrice di pace solo quando avrà smesso di finanziare l’UNRWA.

Critiche alla decisione

A nome della commissione esteri, Nicolas Walder (Verdi) ha fatto notare che la cooperazione con l’UNRWA è attualmente indispensabile per fornire aiuti umanitari urgenti a Gaza e il rapporto indipendente dell’ex ministra degli esteri francese Catherine Colonna non ha corroborato le accuse israeliane contro l’UNRWA.

Data l’assenza di altre soluzioni praticabili per la fornitura di aiuti umanitari d’emergenza a Gaza e di una soluzione politica al conflitto, l’immediata cessazione dei finanziamenti dell’UNRWA, ha inutilmente ammonito Walder, avrebbe conseguenze “catastrofiche” per i due milioni di abitanti di Gaza.

A tal proposito, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha ricordato che, lo scorso mese di maggio, il Governo aveva deciso di stanziare 10 milioni di franchi per coprire necessità urgenti a Gaza e che l’UNRWA fornisce gran parte della logistica e delle infrastrutture di cui le organizzazioni umanitarie sul posto hanno bisogno per il loro lavoro.

Nessun’altra organizzazione, ha aggiunto, è oggi in grado di sostituirsi all’UNRWA, che tra l’altro attiva anche in altri Paesi del Medio Oriente.

Aiuto sospesi a gennaio

L’aiuto svizzero era stato sospeso in gennaio dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), analogamente a quanto fatto da altri Paesi occidentali, dopo che erano emerse collusioni (la cui reale portata è però oggetto di discussioni) tra alcuni collaboratori dell’organizzazione internazionale con Hamas, considerata un’organizzazione terroristica da molti Paesi, tra cui la SvizzeraCollegamento esterno.

In particolare Israele sostiene che il 10% delle circa 13’000 persone che lavorano per UNRWA a Gaza hanno legami con il movimento sunnita egemone a Gaza.

Finanziamento ridotto

A inizio maggio il Governo elvetico aveva deciso di stanziare 10 milioni di franchiCollegamento esterno all’UNRWA “per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente”. In proposito Berna aveva specificato che il contributo sarebbe stato limitato a Gaza e circoscritto alla copertura dei bisogni urgenti indicati nell’appello umanitario d’emergenza lanciato lo scorso 24 aprile dall’agenzia ONU per il periodo aprile-dicembre 2024.

Si tratta quindi di un sostegno indirizzato alla somministrazione di cibo, acqua, alloggio, assistenza sanitaria e logistica per la popolazione.

Il giudizio di una commissione indipendente

Questa decisione è arrivata in seguito alla pubblicazione del rapporto di un gruppo indipendente, presieduto dall’ex ministra francese Catherine Colonna e commissionato dal segretario generale dell’ONU, che aveva certificato la sostanziale neutralità dell’UNRWA.

In particolare il documento aveva rilevato che l’agenzia disponeva di un solido sistema di controllo e aveva anche formulato una cinquantina di raccomandazioni finalizzate a rafforzarne ulteriormente la neutralità, soprattutto negli ambiti della comunicazione, il materiale didattico e l’uso delle infrastrutture.

In quel frangente Berna aveva riconosciuto la gravità della situazione umanitaria a Gaza dove, in seguito agli attentati del 7 aprile e la successiva offensiva dell’esercito israeliano, 2,3 milioni di persone, di cui 1,7 sfollate, dipendono dagli aiuti internazionali.

L’iter procedurale a Berna

L’idea, peraltro assai dibattuta, di versare un contributo ridotto all’UNRWA, era stata avanzata in precedenza a livello di commissione in Parlamento. Tale somma, la cui definizione in termini quantitativi è stata delegata all’esecutivo, avrebbe dovuto contribuire a coprire i soli bisogni umanitari urgenti.

Contestualmente la Commissione politica estera del Nazionale aveva elaborato una mozione con cui è stato chiesto al Consiglio federale di dirottare i fondi destinati per il 2024 all’UNRWA all’aiuto d’urgenza sul posto, escludendo così contributi diretti alla contestata agenzia ONU.

Il Consiglio federale aveva poi deciso di destinare 56,2 milioni del sostegno umanitario svizzero globale in favore del Medio Oriente, di cui avrebbe beneficiato una quarantina di organizzazioni, tra cui la Croce Rossa Svizzera, Terre des hommes e Caritas, che operano nella regione (Palestina ma anche Iraq, Siria, Israele, Giordania e Libano).

All’UNRWA era stato inizialmente previsto un finanziamento di 20 milioni, corretto al ribasso per le note vicende: il Governo, secondo quanto hanno precisato fonti di Berna, valuterà entro la fine dell’anno la possibilità di un ulteriore sussidio da parte della Confederazione.

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