Viaggio nel mondo del lavoro ticinese dove non sono rare le situazioni di abuso e dumping salariale, soprattutto ai danni della manodopera non qualificata proveniente dal Nord Italia.
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Oscar Acciari e Simon Brazzola
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Una signora ticinese si presenta per un impiego come cameriera in un bar del Mendrisiotto (Ticino). Il gerente le sottopone un contratto al 50% e la invita a firmare, aggiungendo che ovviamente il lavoro sarà al 100%. La donna sconcertata decide di raccontare la vicenda a Falò.
È l’inizio di un viaggio dentro la ristorazione che ci ha portato alla scoperta di una realtà preoccupante. Le offerte di lavoro indecenti, secondo diverse stime nel settore, sarebbero attorno al 30% del totale.
Ma ci sono anche altre attività del mondo economico ticinese, dove sembrano diffuse diverse forme di lavoro non remunerato: si va dalle ore straordinarie non pagate, alle trasferte non considerate tempo di lavoro, alle prove di lavoro gratuito prolungate.Una realtà spesso oscura, perché i dipendenti a volte accettano le condizioni proposte pur di avere il lavoro o per il timore di perderlo.
Insomma un mondo del lavoro sempre più precario nonostante l’adozione di strumenti per limitare il dumping salariale e la concorrenza sleale.
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