Utili della Banca nazionale svizzera? Andrebbero versati alla popolazione
Alla vigilia del cambio di guardia alla Banca nazionale svizzera, il think tank liberale Avenir Suisse propone di distribuire gli utili miliardari della banca centrale elvetica direttamente alla popolazione e non più ai Cantoni e alla Confederazione. Ma i Cantoni non ci stanno.
Dal primo ottobre Martin Schlegel assume la funzione di presidente della Direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS). Con lui arrivano alla testa della banca centrale elvetica altre due nuove persone: Antoine Martin (vicepresidente) e Petra Tschudin (membro di direzione).
Secondo Avenir SuisseCollegamento esterno, think tank liberale che vuole stimolare il dibattito pubblico e fornire nuove idee, i critici della BNS considerano questi cambiamenti in seno alla Direzione il momento opportuno per un riorientamento della banca.
Con lo studio “BNS, ovvero la dipendenza all’indipendenzaCollegamento esterno“, condotto da Stefan Legge, Fabian Schnell e Jürg Müller, Avenir Suisse sottolinea come la BNS sia attualmente sottoposta a numerose rivendicazioni politiche e non mancano neppure proposte di riforma.
La prima su tutte è contenuta nellamozioneCollegamento esterno del consigliere nazionale socialista vodese Samuel Bendahan: visti gli utili della BNS degli ultimi anni la distribuzione annuale alla Confederazione e ai Cantoni deve essere più generosa.
Un’altra richiesta arriva dalla consigliera nazionale socialista Céline Widmer. Con un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno la politica zurighese chiede che il Comitato esecutivo della BNS sia ampliato per avere una maggior pluralità di opinioni che migliorerebbe la qualità delle decisioni.
Anche la strategia di investimento della BNS è regolarmente al centro dell’attenzione politica. Ad esempio, come chiede con un’interrogazioneCollegamento esterno la consigliera nazionale verde ginevrina Delphine Klopfenstein Broggini, la BNS dovrebbe promuovere investimenti a favore della protezione del clima.
Una manna dal cielo, una prassi da cambiare
La BNS distribuisce regolarmente ai Cantoni e alla Confederazione parecchi miliardi di franchi ogni anno. (Vedi i dati del grafico). Capita anche che i pagamenti vengano annullati. È successo l’anno scorso e succederà anche quest’anno. Sebbene i milioni della Banca nazionale siano un bel dono, i Cantoni non possono o non dovrebbero farci affidamento.
Ora Avenir Suisse suggerisce di cambiare questa prassi. Gli utili della BNS dovrebbero venire distribuiti direttamente alla popolazione e non ai Cantoni e alla Confederazione.
Tecnicamente, secondo i tre analisti, il tutto sarebbe di facile realizzazione: la BNS determinerebbe autonomamente ogni anno la distribuzione dei propri utili, trattenendone la quantità necessaria per adempiere al proprio mandato. Il resto dei profitti verrebbe distribuito alla popolazione. Come? Solo per fare qualche esempio, attraverso crediti d’imposta o detraendoli dai premi dell’assicurazione sanitaria.
Basandosi sulle distribuzioni degli ultimi 20 anni (generalmente tra uno e quattro miliardi di franchi) secondo Avenir Suisse si dovrebbe riuscire a versare a ogni persona domiciliata in Svizzera tra i 110 e i 440 franchi all’anno.
Per modificare la prassi sarebbe necessario modificare la Legge sulla Banca nazionale e soprattutto la Costituzione federaleCollegamento esterno: secondo l’Art 99 l’utile netto della BNS spetta almeno per due terzi ai Cantoni.
Ecco come è disciplinata oggi la distribuzione degli utili
La legge sulla Banca nazionale (LBN; RS 951.11Collegamento esterno), obbliga la BNS a costituire accantonamenti sul risultato d’esercizio che le consentano di mantenere le riserve monetarie al livello richiesto dalla politica monetaria. L’utile residuo del risultato di esercizio costituisce l’utile di bilancio, ovvero la somma destinata a Confederazione e Cantoni (e per il pagamento del dividendo agli azionisti, vedi tabella più in basso).
Attualmente questa distribuzione viene negoziata tra Banca nazionale e il Dipartimento federale delle finanze: l’accordoCollegamento esterno più recente risale al 2021 ed è valido fino al 2025:
Convenzione tra BNS e Dipartimento federale delle finanze:
L’importo della distribuzione dell’utile alla Confederazione e ai Cantoni è stabilito come segue:
– Utile di bilancio pari o superiore a 40 miliardi di franchi: distribuzione di 6 miliardi di franchi
– Utile di bilancio pari o superiore a 30 miliardi di franchi, ma inferiore a 40 miliardi di franchi: distribuzione di 5 miliardi di franchi
– Utile di bilancio pari o superiore a 20 miliardi di franchi, ma inferiore a 30 miliardi di franchi: distribuzione di 4 miliardi di franchi
– Utile di bilancio pari o superiore a 10 miliardi di franchi, ma inferiore a 20 miliardi di franchi: distribuzione di 3 miliardi di franchi
– Utile di bilancio inferiore a 10 miliardi di franchi: distribuzione per un importo massimo pari a 2 miliardi di franchi, tenendo conto che la distribuzione, insieme al versamento del dividendo agli azionisti, non può rendere negativa la riserva per future ripartizioni.
Cantoni contro
Ovviamente questa proposta non è affatto ben accolta dai Cantoni. Come riporta sempre il foglio zurighese Blick, secondo Ernst Stocker, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze e capo del Dipartimento delle finanze di Zurigo, una nuova ripartizione significherebbe più incertezza e meno stabilità per la BNS.
Questo cambiamento avrebbe un impatto negativo sui Cantoni. “Il margine di manovra della politica finanziaria – continua Stocker sul Blick – diminuirebbe sicuramente e la pressione per le misure di austerità aumenterebbe”.
Il cambiamento proposto da Avenir Suisse potrebbe causare gravi difficoltà a molti Cantoni. Soprattutto i Cantoni finanziariamente più deboli potrebbero essere costretti ad aumentare le tasse o a tagliare gli investimenti.
A chi appartiene la BNS?
Il compito principale della Banca Nazionale Svizzera è quello di garantire la stabilità dei prezzi. E come fa notare Avenir Suisse la BNS svolge egregiamente questo compito. Forse proprio per questo motivo, suggerisce Avenir Suisse, la politica vuole affidare alla BNS nuovi compiti.
La BNS è una società anonima. Le azioni sono nominative e quotate in borsa. Il capitale azionario ammonta a 25 milioni di franchi ed è detenuto per circa il 59% da enti pubblici (Cantoni, banche cantonali, comuni, ecc.). Le restanti azioni sono per la maggior parte in mano a privati. La Confederazione non possiede azioni della Banca nazionale. Ecco chi sono i grandi azionisti:
A chi appartiene la Banca Centrale Europea?
Facciamo un breve paragone con la Banca centrale europeaCollegamento esterno (BCE). La BCE, in quanto banca centrale dell’area dell’euro, tiene sotto attenta osservazione i volumi di banconote e monete in euro e la loro circolazione. Mantenere la stabilità dei prezzi è il suo obiettivo primario (come per la BNS), che la BCE persegue principalmente fissando tassi di interesse adeguati.
La BCE appartiene alle banche centraliCollegamento esterno di tutti i paesi dell’UE e non ci sono azionisti del settore privato, come nel caso della BNS. Questo significa tra l’altro che non è influenzata da interessi finanziari privati che possano limitare la sua indipendenza. I Paesi dell’UE che non aderiscono all’euro partecipano in maniera minima all’azionariato della BCE.
Le quote di capitale della BCE detenute dai singoli paesi sono correlate alla loro popolazione e al loro prodotto interno lordo (PIL), ponderati in pari misura. Attualmente i primi quattro Paesi sono la Germania, che detiene il 21,7% delle “azioni”, la Francia con il 16,3%, l’Italia con il 13% e la Spagna con il 9,7%.
Il capitale della BCE ammonta a poco meno di 11 miliardi di euro. Gli utili e le perdite netti della BCE sono distribuiti tra le banche centrali dei Paesi dell’area dell’euro.
Secondo l’articolo 33.1 dello Statuto Collegamento esternodel Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, l’utile netto della BCE deve essere trasferito nell’ordine seguente:
– un importo stabilito dal Consiglio direttivo, che non può superare il 20% dell’utile netto, viene trasferito al fondo di riserva generale entro un limite pari al 100% del capitale;
– il rimanente utile netto è distribuito fra i detentori di quote della BCE in misura proporzionale alle rispettive quote versate.
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