Alluvione Mesolcina, le carte dei pericoli sono state in parte insufficienti
Lo specialista regionale dei pericoli naturali, Andri Largiadè, la Consigliera di Stato Carmelia Maissen e Urban Maissen, capo dell'Ufficio cantonale per le foreste e i pericoli naturali.
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L'analisi del nubifragio dello scorso giugno in Mesolcina ha rivelato che in alcuni casi le autorità hanno valutato in modo insufficiente i pericoli naturali e che in alcuni luoghi sono affluiti più detriti del previsto.
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L’Ufficio foreste e pericoli naturali grigionese ha incaricato l’Ufficio di geoscienze geo7 del Canton Berna di analizzare l’alluvione avvenuta in Mesolcina lo scorso giugno. In totale sono stati esaminati 18 torrenti, quelli che sono stati più duramente colpiti dal nubifragio. Gli eventi analizzati nella maggior parte di essi sono stati classificati dagli esperti come di “grande fino a grandissima” entità, ovvero che avvengono ogni 100-300 anni.
Molto più materiale del previsto
Secondo le analisi un terzo di essi hanno causato danni più gravi ed esondazioni di più ampia portata rispetto agli scenari delle carte di pericolo. Lo specialista regionale dei pericoli naturali, Andri Largiadèr, ha mostrato ai media diversi esempi. Nella Val del Bianch a sud del villaggio di Sorte la carta dei pericoli prevedeva fra i 9’000 e i 15’000 metri cubi di materiale che potevano depositarsi. L’alluvione ha portato però dai 70’000 ai 100’000 metri cubi di detriti a valle. Anche nel Rià de la Molera sopra Sorte il materiale che si è messo in movimento è stato maggiore rispetto a quanto ipotizzato e le intensità sono state nettamente più forti a quanto indicato nella carta dei pericoli. Secondo le analisi dell’ufficio di geoscienza ci sono state tre colate detritiche, due più deboli e una più forte che ha investito la frazione, distruggendo diverse case.
“Al meglio della propria conoscenza e coscienza”
A Sorte non ci sono però stati solo danni materiali, ma pure due vittime. Una terza persona risulta tutt’oggi dispersa. Chi si assume in questi casi la responsabilità, se ora si sa che gli eventi riportati nelle carte dei pericoli sono in parte insufficienti? La Consigliera di Stato Carmelia Maissen (Centro) ha detto davanti ai media che si è agito al “meglio della propria conoscenza e coscienza”. “Nel 2024 abbiamo molte più conoscenze rispetto al 2013, quando è stata elaborata la carta dei pericoli”, ha dichiarato la direttrice del Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità. Le analisi sono state svolte da un ufficio esterno e poi analizzate dall’Ufficio foreste e pericoli naturali. Secondo la Consigliera di Stato non ci sono stati motivi per dubitare dei risultati, che si sono basati su eventi successi in passato. Le carte dei pericoli vengono rielaborate ogni 10-15 anni. “Non si trattava di una base antiquata”, ha continuato Maissen.
Provvedimenti e soluzioni per il futuro
Le analisi degli eventi serviranno ora per rielaborare le carte dei pericoli esistenti. Le prime revisioni sono attese per il primo trimestre del 2025. “Il Comune riprenderà i risultati delle analisi nella pianificazione territoriale. Assieme agli specialisti verranno poi discusse le possibili misure e soluzioni per il futuro della frazione di Sorte”, ha spiegato la Consigliera di Stato.
Se dovessero venire designate nuove zone di pericolo, potrebbero esserci delle conseguenze anche per le zone edificabili, ha dichiarato a Keystone-ATS Urban Maissen, capo dell’Ufficio cantonale per le foreste e i pericoli naturali. In linea di principio, sono previste misure organizzative, strutturali e di pianificazione territoriale. Quest’ultima includerebbe anche l’eventuale trasferimento delle abitazioni in pericolo. L’importante, secondo il forestale cantonale, è scegliere l’opzione migliore in termini di sicurezza della popolazione.
Alluvione analizzata anche a Berna
Le autorità hanno sottolineato che è importante trarre degli insegnamenti da quanto successo quest’estate. Eventi che non hanno colpito solo la Mesolcina, ma anche il Canton Ticino, il Vallese e il Canton Berna. Urban Maissen ha dichiarato che anche la Confederazione farà una sua analisi dei vari nubifragi, coinvolgendo i cantoni. I dati dovrebbero essere pronti fra due anni.
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