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Il capo dell’esercito svizzero auspica maggiore collaborazione con NATO e UE

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Per Thomas Süssli, la difesa della Svizzera passa anche da una maggiore cooperazione internazionale. © Keystone / Ennio Leanza

La Svizzera potrebbe contribuire di più alla sicurezza in Europa incrementando la cooperazione con i Paesi limitrofi, la NATO e l'UE, sostiene il comandante di corpo Thomas Süssli.

Il capo dell’esercito ha presentato giovedì davanti ai media un rapporto che mette in evidenza tre priorità per l’espansione delle capacità difensive della Confederazione. Oltre alla cooperazione internazionale, vengono menzionate lo sfruttamento delle opportunità offerte dal progresso tecnologico nonché un ulteriore sviluppo adattivo delle capacità militari.

Stando al rapporto pubblicato dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), il rafforzamento della cooperazione internazionale con la l’Alleanza atlantica, l’Ue e i Paesi confinanti dovrebbe consentire lo scambio di esperienze e di standard tra le varie forze armate e di contribuire alla sicurezza nel continente.

Per poter continuare a proteggere la Svizzera e la sua popolazione, l’esercito deve inoltre “rafforzare la sua capacità di difesa in maniera coerente”, spiega il capo dell’esercito. Questo aspetto deve essere maggiormente sfruttato, soprattutto per quanto riguarda l’addestramento, le esercitazioni e gli approvvigionamenti.

Gli obiettivi e la strategia in tal senso sono stati definiti dall’esercito nel nuovo rapporto “Rafforzamento della capacità di difesa – Obiettivi e strategia per il potenziamento”.

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno deciso, nel 2022, di aumentare gradualmente le spese per l’esercito a partire dal 2023, in modo che al più tardi entro il 2030 ammontino ad almeno l’1% del prodotto interno lordo.

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