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Il Covid ferma le diseguaglianze in Svizzera in fatto di ricchezza

Una giovane donna sdraiata su una dormeuse attorniata da cani da caccia.
Comunque sia, nel 2020, il 10% più ricco in Svizzera deteneva il 77,8% della ricchezza netta imponibile. Keystone / Mikhail Metzel

Il Covid ha fermato le disuguaglianze in fatto di ricchezza in Svizzera, che restano comunque significative. Dopo anni di crescita il divario ha conosciuto uno stop nel 2020. Non è ancora chiaro se questo fenomeno sia destinato a perdurare.

Questa stagnazione pone fine alla tendenza all’aumento osservata per diversi anni, indica uno studio pubblicato venerdì dall’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC). L’analisi è possibile perché la Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo che tassa il patrimonio.

+ Calano i patrimoni ma gli svizzeri restano i più ricchi

La pandemia di coronavirus non ha nemmeno avuto l’effetto negativo temuto. I contribuenti all’estremità inferiore della scala di distribuzione non si sono impoveriti a causa di una riduzione del reddito (disoccupazione, lavoro parziale, ecc.). E i contribuenti più ricchi non hanno accumulato risparmi aggiuntivi significativi in ragione delle limitate opportunità di consumo.

Tuttavia, la distribuzione della ricchezza imponibile in Svizzera rimane sempre significativa. Nel 2020, l’1% più ricco deteneva il 44,8% della ricchezza netta imponibile mentre il 10% più ricco addirittura il 77,8%. Tale situazione è particolarmente marcata nei cantoni della Svizzera centrale, cui si aggiungono Basilea Città e Ginevra.

Nel 2010, un contribuente doveva avere un patrimonio netto superiore a 3,2 milioni di franchi per far parte dell’1% più benestante in Svizzera. Questa soglia è salita a circa 4,2 milioni nel 2018, 4,4 nel 2019 e 4,6 nel 2020. La soglia per il top 10% è passata da circa 550’000 franchi nel 2010 a circa 675’000 franchi nel 2020.


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