“Il parlamento deve tornare ad occuparsi delle classi più deboli”
Tommaso Carifi fa parte della numerosa comunità di italiani che vivono in Svizzera. Da Ginevra segue con interesse le elezioni di settembre del parlamento della Repubblica, con un occhio di riguardo alla vita di chi migra e deve costruirsi altrove un progetto di vita.
“La caduta del governo Draghi è meno eclatante di come viene raccontata”, esordisce Tommaso Carifi, mentre beve un succo d’arancia in un bar a un tiro di schioppo dalla stazione di Ginevra. Il trentacinquenne si riferisce alle elezioni italiane di settembre. “La situazione in Italia sta diventando drammatica per le classi popolari. La scarsa attenzione all’agenda sociale del governo Draghi rende più legittima la volontà di tornare alle urne. Strano è che si vada al voto a fine estate, stagione in cui in Italia, notoriamente, tutto si ferma”, sintetizza Carifi, aggiungendo che negli ultimi anni il parlamento è stato svuotato della sua funzione politica. “È giusto che se ne riappropri per difendere gli interessi delle classi più deboli e per mettere in atto un’agenda di giustizia sociale e climatica”.
La nuova immigrazione italiana e la politica
Questo articolo fa parte di una serie di tre ritratti di italiani e italiane giunti in Svizzera negli ultimi anni ai quali abbiamo chiesto qual è il loro sguardo sulla politica nel loro Paese d’origine, alla luce in particolare delle esperienze che hanno maturato all’estero.
Da cooperante in Sudamerica ad educatore sociale a Ginevra
Cresciuto nella provincia di Napoli, Carifi racconta, sorridendo, che è arrivato nella città sul lago Lemano per colpa della moglie che lavora per un programma sui diritti umani presso un’organizzazione internazionale. Qui ha rispolverato e rafforzato il francese, imparato all’università dove ha studiato relazioni internazionali. Ha completato la formazione accademica seguendo corsi sulla cooperazione e sulla gestione di progetti. Il suo percorso professionale lo ha portato in Perù, Colombia ed Equador. “Sono rimasto quattro anni in Sudamerica dove ho lavorato a progetti volti a favorire l’integrazione dei migranti, assicurare i bisogni di base e permettere l’accesso alla scuola e al mondo del lavoro”, racconta Carifi. “In Equador mi occupavo soprattutto d’assistenza alle persone in fuga dalla povertà e dal conflitto civile colombiano. La crisi sul confine si è poi aggravata con lo scoppio della crisi venezuelana. In Colombia e Perù, il mio impegno era rivolto ai bambini e ai giovani più vulnerabili”.
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“Lo scontro in politica è inevitabile purché sia costruttivo”
Nel 2017 si trasferisce con la moglie a Ginevra. “Qui mi occupo dell’integrazione scolastica di ragazzi e ragazze d’età compresa tra gli 11 e i 12 anni. Sono figli e figlie di migranti provenienti spesso da Spagna, Portogallo e Italia”, spiega Carifi. “Lavoro per scuole, istituti di formazione e centri di aggregazione. Gli interventi prevedono diversi percorsi di accompagnamento personalizzato sul breve e sul lungo periodo. Durante le attività cerco di creare spazi in cui possano realizzare le loro aspirazioni mediante attività extrascolastiche”.
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“La classe politica italiana è avulsa dalla realtà”
Raccogliere i bisogni degli expat
Tommaso Carifi fa parte della numerosa comunità italiana in Svizzera. Stando al rapporto della fondazione Migrantes 2021, sono quasi 650’000 i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) che vivono nella Confederazione. È la terza comunità al mondo in ordine di grandezza, dopo quelle in Argentina e Germania. Da poco più di un decennio, l’Italia sta vivendo una nuova stagione migratoria che sta spopolando la parte meridionale del Paese. La maggior parte sono giovani lavoratori poco qualificati e famiglie in cerca di lavoro nei settori classici, quali la ristorazione e le costruzioni. A loro si sono aggiunti quelli altamente qualificati che si spostano all’estero a caccia di migliori prospettive di carriera e guadagno. Anche se è un fenomeno marginale, l’Italia sta vivendo una “fuga di cervelli”.
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Le elezioni italiane analizzate da due corrispondenti di media svizzeri
“Non è stato facile trovare lavoro a Ginevra”, racconta Carifi. “Mancano spazi di partecipazione e in generale c’è poca attenzione rispetto all’integrazione professionale di chi deve ricostruire il proprio progetto di vita altrove. Incontro quotidianamente persone che migrano per necessità e che devono affrontare sfide esistenziali”. Secondo Carifi è una problematica che viene sottostimata sia dal Paese d’accoglienza che da quello di partenza. Inoltre, nel corso degli ultimi decenni, i luoghi d’incontro e di scambio storici si sono vie più indeboliti. “Le organizzazioni che fanno da interfaccia tra la società civile, ma anche i Comites, le colonie e i circoli di aggregazione dovrebbero far sentire maggiormente la voce di questa comunità che cresce”, indica l’attivista. “Ho l’impressione che queste associazioni dovrebbero rinnovarsi, volgendo maggiormente la loro attenzione sulla realtà di adesso, portando le problematiche della migrazione italiana al centro del dibattito politico in Italia. Una questione che ora non viene quasi affrontata”.
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La partita delle elezioni italiane si gioca anche all’estero
Crescente disaffezione per la politica
Stando agli ultimi dati, l’unica Italia che continua a crescere è quella all’estero. Il 1° gennaio 2021, gli italiani residenti all’estero erano oltre 5,6 milioni, pari al 9,5% dei quasi 60 milioni che vivono in patria. Una comunità di expat che andrà al voto per eleggere i suoi 12 rappresentanti (8 deputati alla Camera, 4 senatori al Senato) della Circoscrizione Estero, suddivisa in quattro collegi: Europa, America meridionale, America settentrionale e centrale e infine Africa, Asia, Oceania e Antartide. “Trovo che l’avvicinamento al voto abbia suscitato poco interesse nella comunità italiana in Svizzera per una disaffezione alla politica che viene da lontano”, dice Carifi. “Una campagna elettorale sottotono che si è svolta piuttosto sui social media. I momenti di incontro classici con i candidati sono meno frequentati che in passato”. Stando a Tommaso Carifi, il periodo particolare in cui si svolge il rinnovo del parlamento – estate e inizio autunno – rischia di aggravare il disinteresse nei confronti della politica e di aumentare l’assenteismo degli elettori, un fenomeno comune in Europa come si è visto, ad esempio, in Francia con una partecipazione al voto nelle ultime presidenziali che ha sfiorato il 40%.
Gli chiediamo allora se la democrazia diretta, come la conosciamo nella Confederazione non potrebbe essere uno strumento per lottare contro lo scollamento tra politica e vita reale. “La Svizzera ha degli strumenti molto interessanti che promuovono la partecipazione diretta, ma che non sono direttamente esportabili in un contesto diverso. Sono due Paesi completamente diversi per struttura sociale, numero di abitanti, reddito pro capite. Si assomigliano forse per quanto riguarda la svolta tecnocratica e la decentralizzazione. In Italia, ad esempio, c’è un regionalismo spinto”, sostiene Carifi, che in conclusione di chiacchierata si augura che dal voto emerga un parlamento capace di affrontare i veri problemi della gente comune, confrontata con l’evasione fiscale, la crescente inflazione, il cambiamento climatico, l’aumento del prezzo del gas e delle materie prime.
Le cittadine e i cittadini italiani con diritto di voto residenti all’estero iscritti all’Aire e nelle liste elettorali della Circoscrizione estero votano per corrispondenza. Ricevono il plico con la scheda di voto per posta al proprio domicilio e possono esprimere la propria preferenza entro il 22 settembre, tre giorni prima dell’elezione in Italia. Lo spoglio delle schede provenienti dalla Circoscrizione estero avviene a Castelnuovo di Porto, a Roma, presso il Centro polifunzionale della Protezione civile.
Gli espatriati possono votare i candidati o le candidate della Circoscrizione estero, suddivisa in quattro collegi: Europa (inclusi i territori asiatici di Federazione Russa e Turchia), America meridionale, America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide. In totale, alla Circoscrizione estero spettano 12 seggi, 8 alla Camera e 4 in Senato. Gli italiani residenti in Svizzera votano per la ripartizione Europa, la più grande, comprendente circa 3,2 milioni di cittadini ed eleggeranno tre deputati e un senatore.
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