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Il passaporto elvetico dopo cinque anni di residenza in Svizzera

Una ragazza con davanti al visto un passaporto svizzero.
I dati non sono ufficiali ma in Svizzera attualmente vivono circa 2.5 milioni di stranieri. © Keystone / Christian Beutler

Se sei straniero e vivi da cinque anni in Svizzera, conosci una lingua nazionale e non hai commesso gravi reati penali, puoi chiedere automaticamente la cittadinanza svizzera. Questa, in sintesi, quanto prevede un’iniziativa popolare lanciata martedì.

Ciclicamente in Svizzera viene lanciata un’iniziativa per facilitare la naturalizzazione degli stranieri, soprattutto di quelli giovani nati e cresciuti in Svizzera (di seconda o terza generazione). Questa volta l’iniziativa popolare si chiama “Per un diritto di cittadinanza moderno (Iniziativa per la democrazia)” e vuole spingersi un po’ oltre a quanto già fatto in questi decenni: dare automaticamente la cittadinanza agli stranieri e alle straniere che risiedono in Svizzera da almeno cinque anni, anche se a determinate condizioni.

Attualmente la naturalizzazione ordinaria è accessibile a chi dispone di un permesso di domicilio (permesso C) e ha vissuto almeno dieci anni in Svizzera, di cui tre negli ultimi cinque anni. La naturalizzazione agevolata è invece accessibile ai coniugi di cittadine e cittadini i svizzeri e agli stranieri di terza generazione. Non ci sono però automatismi.

+ Tutte le informazioni sulla naturalizzazione in Svizzera

I promotori hanno ora tempo fino al 23 novembre 2024 per raccogliere le 100’000 firme necessarie alla riuscita dell’iniziativa. Se avrà successo, sarà infine ancora una volta il popolo elvetico a decidere.

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La lunga marcia verso la naturalizzazione 

La volontà di dare ai cittadini stranieri la possibilità di ottenere il passaporto rossocrociato in modo più semplice e agevolato ha portato in questi ultimi 40 anni più volte la popolazione alle urne.

Il primo vero tentativo di agevolare la naturalizzazione va in scena il 4 dicembre del 1983. Allora per facilitare l’integrazione degli stranieri e delle straniere, il Governo e una maggioranza del Parlamento propongono di facilitare l’accesso alla cittadinanza alle seconde generazioni di immigrati e immigrate. Non solo, aggiungono alla lista anche apolidi e rifugiati. Proprio quest’ultimo aspetto solleva parecchie critiche. Alle urne solo cinque cantoni su 26 seguono le indicazioni del Governo. L’oggetto è respinto dal 55% dei e delle votanti. 

Dieci anni dopo, o poco più, il 12 giugno 1994 per l’esattezza, va in votazione popolare un altro progetto di naturalizzazione agevolata, sostenuto da tutti i principali partiti, inclusa l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). A sorpresa, il decreto federale non ottiene la doppia maggioranza di popolo e Cantoni, necessaria in caso di modifica della Costituzione. Il 56% dei votanti dice ‘sì’, ma 13 cantoni si oppongono. A beneficiare della riforma sarebbero stati circa 300’000 giovani stranieri e straniere tra i 15 e i 24 anni.

Trascorrono altri dieci anni. Il 26 settembre 2004 il popolo svizzero ancora una volta respinge in blocco due proposte di naturalizzazione agevolata. La prima, relativa agli stranieri di seconda generazione, viene bocciata con il 56,8% dei voti. La seconda proposta, che prevedeva invece la naturalizzazione automatica per i e le giovani della terza generazione, viene respinta con il 51,6%. Il tema spacca il Paese in due, il famoso “Röstigraben”: i ‘no’ vengono soprattutto dai cantoni di lingua tedesca e dal Ticino.

Naturalizzazione agevolata: sì di popolo e Cantoni

Arriviamo così al 12 febbraio del 2017. Questa volta la naturalizzazione agevolata per stranieri e straniere di terza generazione convince il popolo svizzero: la modifica della Costituzione in tal senso viene accolta con il 60,4% dei voti. La proposta è respinta solo in otto cantoni della Svizzera centrale ed orientale.

Per i e le giovani ottenere il passaporto rossocrociato diventa più facile, anche se le condizioni – va detto – restano severe: affinché una persona di origini straniere possa beneficiare della naturalizzazione agevolata deve avere meno di 25 anni, essere nata in Svizzera, detenere un permesso di domicilio (permesso C) e aver frequentato almeno 5 anni di scuola dell’obbligo nella Confederazione.

E non è tutto. Questi ultimi due criteri devono essere soddisfatti anche da almeno uno dei genitori, che deve aver vissuto in Svizzera per 10 anni. Per quanto riguarda i nonni del candidato o della candidata, uno dei due deve poter dimostrare di aver avuto un permesso di dimora o di essere nato nella Confederazione.

Secondo uno studio di allora, le persone interessate erano circa 2’200 all’anno. La realtà dei fatti sarà diversa. Nel 2019 e nel 2020 su un bacino potenziale di 25’000 giovani stranieri e straniere che avrebbero potuto richiedere la naturalizzazione agevolata, solo 800 ne fanno richiesta.

Cifre che secondo l’esponente ginevrina dei Verdi Lisa Mazzone (una delle promotrici della nuova iniziativa) dimostrano come il sistema, alla prova dei fatti, non stia funzionando. Le norme d’applicazione si rivelano generalmente inefficaci a causa di una procedura gravosa e costosa: “L’onere amministrativo rappresenta un ostacolo nella prova dell’appartenenza alla terza generazione”, osserva la “senatrice” romanda.

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Arriviamo così nel 2022 quando un’iniziativa parlamentare chiede condizioni più semplici per la naturalizzazione degli stranieri di terza generazione. Il Consiglio nazionale l’accoglie a larga maggioranza nel dicembre del 2022, ma il Consiglio degli Stati l’8 marzo del 2023 decide che le condizioni per ottenere la naturalizzazione agevolata non saranno allentate.

Oggi, martedì 23 maggio, si apre un nuovo capitolo. Non più semplici condizioni favorevoli per la naturalizzazione della seconda o terza generazione. No. La cittadinanza elvetica, secondo i promotori dell’iniziativa, deve essere data automaticamente a tutti gli stranieri che vivono da cinque anni in Svizzera.

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