Il popolo svizzero vota su due rimedi all’aumento dei costi della salute
Cittadine e cittadini svizzeri sono chiamati alle urne questa domenica per pronunciarsi su due iniziative che vogliono limitare l'aumento dei premi dell'assicurazione malattia e mettere un freno ai costi della sanità. Il popolo si esprime anche su una grande riforma nel settore dell'elettricità e sul divieto dell'obbligo vaccinale.
Il programma delle votazioni federali di questo fine settimana è carico: svizzere e svizzeri si pronunciano su quattro temi. I risultati più attesi sono quelli delle iniziative del Partito socialista (PS) e del Centro che hanno l’obiettivo di limitare l’aumento dei premi dell’assicurazione malattia e di frenare l’aumento dei costi della sanità.
Durante la campagna, sono finite sotto i riflettori le testimonianze di persone che devono stringere la cinghia per poter pagare i premi dell’assicurazione sanitaria di base, obbligatoria in Svizzera. Il problema potrebbe ulteriormente aggravarsi nei prossimi anni, poiché l’evoluzione demografica e i progressi medico-tecnici non cessano di gonfiare i costi della sanità.
Secondo i principali partiti politici è necessario agire per aiutare queste persone. Tuttavia, le opinioni divergono sui rimedi da somministrare.
Aumentare gli aiuti
La soluzione elaborata dal PS consiste nel limitare i premi a un massimo del 10% del reddito di un’economia domestica. L’iniziativa chiede quindi di concedere sussidi a coloro che devono pagare una percentuale più alta delle loro entrate per pagare le fatture dell’assicurazione malattia..
Il testo sancisce che gli aiuti supplementari debbano essere finanziati per i due terzi dalla Confederazione e il resto dai Cantoni. Secondo il PS, ciò permetterebbe di mettere tutta la popolazione su un piano di parità, poiché attualmente i sussidi concessi variano considerevolmente da Cantone a Cantone.
La principale critica alla proposta socialista espressa dal campo del “no” è che non si occupa delle cause del problema, ovvero l’aumento incessante dei costi della sanità. Secondo chi si oppone, la soluzione andrebbe cercata nel ridurre questo incremento, piuttosto che nel concedere più sussidi.
Il Governo e il Parlamento si oppongono all’iniziativa, che costerebbe tra i 3,5 e i 5 miliardi di franchi supplementari all’anno. Il Consiglio federale stima che, per far fronte a questa spesa, si rivelerebbero necessari aumenti delle tasse o misure di risparmio in altri settori.
Il testo non convince al di fuori dei ranghi della sinistra e ha perso sempre più sostegno nel corso della campagna. Ci si attende quindi che non supererà la prova delle urne.
Frenare i costi
Cittadine e cittadini si esprimono anche sul rimedio presentato dal Centro. Il testo vuole introdurre un freno ai costi della sanità, facendo in modo che evolvano in funzione dell’economia e dei salari. La Confederazione dovrebbe attivare questo meccanismo qualora le spese sanitarie aumentino del 20% in più rispetto ai salari su un anno.
L’iniziativa non fornisce però indicazioni sulle misure da introdurre per limitare le spese. È la principale critica degli oppositori e delle oppositrici, che definiscono la proposta “un guscio vuoto”.
Tuttavia, il Centro assicura che il suo progetto obbligherebbe tutti gli attori del sistema a mettersi d’accordo per mettere in atto soluzioni già note da tempo. Ipotizza, ad esempio, di risparmiare effettuando un maggior numero di interventi ambulatoriali, privilegiando i farmaci generici e utilizzando dossier digitali per i e le pazienti.
La soluzione non convince però né la sinistra, né la destra. Il campo del “sì” ha continuato a perdere sostegno durante la campagna, lasciando presagire un fallimento dell’iniziativa questa domenica.
Una controversa legge sull’elettricità
I sondaggi fanno invece supporre che il popolo approverà la legge per l’elettricità, un pacchetto che raggruppa diverse norme approvate dal Parlamento negli ultimi anni.
L’obiettivo è garantire l’approvvigionamento elettrico del Paese promuovendo le energie rinnovabili. La nuova legge dovrebbe facilitare, ad esempio, la costruzione e l’ampliamento di grandi strutture idroelettriche, eoliche e solari.
Il progetto ha scatenato l’ira delle organizzazioni per la difesa del paesaggio, le quali ritengono che la legge indebolisca la protezione della natura. La Fondazione Franz Weber e due piccole organizzazioni ambientaliste hanno quindi lanciato un referendum. Non sono però sostenute dalle grandi ONG per la difesa dell’ambiente quali WWF e Pro Natura.
L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) è anch’essa contraria al testo e sostiene che non permetterebbe di soddisfare il fabbisogno elettrico del Paese.
Il campo del “sì” ha tuttavia un ampio vantaggio nei sondaggi e, salvo sorprese, dovrebbe riuscire a superare lo scoglio delle urne.
Le vestigia politiche della pandemia
La pandemia di coronavirus è passata, ma il popolo elvetico deve ancora esprimersi su un tema ad essa legata. Si tratta dell’iniziativa “Per la libertà e l’integrità fisica“, depositata dal Movimento svizzero per la libertà (MSL).
Il testo vuole vietare ogni tipo di obbligo vaccinale. Precisa che le persone che si rifiutano di vaccinarsi non debbano (devono?) subire pene o pregiudizi sociali e professionali. Tuttavia, già oggi, nessuno può essere costretto a vaccinarsi contro la propria volontà in Svizzera.
L’UDC è il solo partito a sostenere questa iniziativa che, stando all’ultimo sondaggio della SSR, raccoglie solo il 22% dei consensi e sarà molto probabilmente bocciata dal popolo il 9 giugno.
A cura di Samuel Jaberg
Traduzione: Zeno Zoccatelli
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