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Il salario minimo c’è ma non soddisfa né imprenditori né lavoratori

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© Keystone / Gaetan Bally

Nel Cantone Ginevra la tariffa oraria di base è stata introdotta nel 2020 e da allora ha subìto innalzamenti costanti seppur contenuti. Un tema che continua ad essere di attualità anche in altri cantoni e che quasi mai mette d'accordo tutti.

Dalla sua entrata in vigore, nel 2020, il salario minimo nel canton Ginevra è stato aumentato all’inizio di questo 2024 per la quarta volta di seguito. A partire dal 1. gennaio, la tariffa oraria di base ha così raggiunto i 24,32 franchi l’ora, per un salario mensile che si attesta a 4’426,24 franchi lordi per una settimana lavorativa di 42 ore. Nonostante ciò, né i datori di lavoro né i lavoratori ne sono soddisfatti.

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Un impiegato di banca ritratto di schiena seduto davanti al computer mentre si stira.

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Seimila franchi di salario in Svizzera sono davvero tanti?

Questo contenuto è stato pubblicato al Basta dare un’occhiata alle spese cui devono far fronte i cittadini elvetici per rendersi conto che i salari in Svizzera non sono così stravaganti.

Di più Seimila franchi di salario in Svizzera sono davvero tanti?

I lavoratori riconoscono che ci sia stato l’adeguamento previsto dalla legge, ma lo considerano insufficiente. Davide de Filippo, il sindacalista che presiede la Communauté genevoise d’action syndicale (CGAS), ai microfoni del servizio pubblico della Svizzera francese, ritiene infatti che l’innalzamento applicato non tenga conto dell’aumento reale del costo della vita. De Filippo cita in particolare l’aumento dei premi delle assicurazioni sanitarie (obbligatorie in Svizzera), che a Ginevra è stato del 9,1% su base annua. Il cantone ha inoltre il premio medio più alto del Paese, pari a 454,4 franchi.

Gli effetti sulle imprese

Le imprese, dal canto loro, sottolineano invece che il salario minimo di Ginevra è il più alto al mondo, il che non è ideale per la competitività. Deplorano inoltre il fatto che l’aumento avviene in maniera “quasi automatica”.

Nel 2014, una votazione federaleCollegamento esterno ha decretato il fallimento dell’iniziativa popolare federale che proponeva una paga oraria minima di 22 franchi. Tuttavia, cinque Cantoni hanno attuato sul proprio territorio retribuzioni minime che vanno dai 19 franchi all’ora in Ticino ai 24 franchi a Ginevra, cifre che vanno ovviamente commisurate al costo della vita elvetico.

Ad aprire la strada è stato il Cantone di Neuchâtel nell’agosto del 2017, seguito da Giura (febbraio 2018), Ginevra (novembre 2020), Ticino (dicembre 2021) e Basilea Città (luglio 2022). Analoghe iniziative sono in corso in altri Cantoni. Lo scorso ottobre, un comitato vodese ha poi depositato a Losanna 32’000 firme perché si tengano due distinti, ma complementari, referendum popolari: uno per ancorare il principio del salario minimo nella Costituzione cantonale, l’altro perché si lavori ad una legge per implementarlo. Iniziativa analoghe sono in corso anche nei cantoni Vallese e Soletta.

Vincent Subilia, direttore della Camera di Commercio e dell’Industria di Ginevra, non nega l’importanza di adeguare il salario minimo in linea con l’aumento del costo della vita, ma ritiene che questo meccanismo “aumenterà ancora una volta il costo della forza lavoro a Ginevra, che già non è a buon mercato”. “Ed è una cattiva notizia per le imprese, che a volte hanno difficoltà ad arrivare alla fine dell’anno”, ha aggiunto.

“Meno incentivi a formarsi”

Basandosi su uno studio pubblicato lo scorso dicembre, Subilia sottolinea inoltre che un salario minimo così “alto” penalizza i meno istruiti e i giovani. Lo studio congiunto dell’Università di Ginevra e della Geneva School of Management (HEG) ha rivelato che i giovani hanno più difficoltà ad essere assunti rispetto alle persone con esperienza.

Un mercato del lavoro che sin dall’inizio è così attrattivo, conclude infine Subilia, attira fin da subito anche chi ha poca esperienza e disincentiva quindi la prosecuzione della formazione.

Nella Confederazione gli stipendi sono generalmente alti: il salario medio mensile è di 6’665 franchi. La situazione varia tuttavia molto di cantone in cantone e il livello degli stipendi va sovente di pari passo con i costi di vita (qui un approfondimento sulle spese solitamente affrontate da chi vive nella Confederazione).

Nonostante i salari tendenzialmente alti, nel 2021, circa 745’000 persone (su una popolazione di quasi nove milioni) vivevano con entrate considerate inferiori alla soglia della povertà, che in Svizzera si situa al di sotto di un salario medio mensile di 2’289 franchi per una persona sola, e di 3’989 per due persone adulte con due bimbi o bimbe.

Un’analisi statistica basata sul confronto tra Ginevra e i cantoni che non hanno un salario minimo ha inoltre dimostrato che la sua introduzione non ha avuto effetti significativi sul tasso di disoccupazione. Tuttavia, lo studio sottolinea che la percentuale dei giovani sotto i 25 anni senza un lavoro sembra essere leggermente più alta (0,6 punti) di quanto sarebbe stata senza il salario minimo.

Si attendono tuttavia i risultati di altri tre studi scientifici sugli effetti del salario minimo. Essi riguardano la disoccupazione, l’offerta di lavoro e i salari.


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