Il venerdì nero per l’ambiente del Black Friday
La settimana del Black Friday – il quarto venerdì di novembre dedicato agli acquisti sfrenati – fa la gioia del commercio ma rappresenta un problema ambientale sempre più sentito.
È stato calcolato l’impatto sul clima generato dal picco di consegne dai fornitori e grandi distributori che fanno da intermediari verso chi fa acquisti online o nei negozi.
“Transport & environmentCollegamento esterno” – la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente – ha analizzato i dati storici delle vendite per calcolare la domanda extra legata al Black Friday. Sulla base di queste informazioni T&E ha calcolato quanti movimenti extra di mezzi pesanti sono necessari in Europa per soddisfare la domanda e di conseguenza le emissioni di CO2 supplementari.
Si parla di una crescita di un raddoppio rispetto alle emissioni settimanali medie, con un passaggio da 600’000 tonnellate a 1,2 milioni di tonnellate di CO2. E solo per quanto concerne i camion che forniscono i rivenditori: andrebbero poi aggiunte le emissioni generate dalla produzione extra dei beni in vendita e dalla consegna finale agli acquirenti.
I mezzi pubblici pensanti elettrici parte della soluzione
T&E rileva che l’inquinamento supplementare in una settimana equivale alle emissioni annuali di tutti i camion in Bulgaria, o a circa 3’500 voli di andata e ritorno da Parigi a New York. D’altro canto, i mezzi pesanti rappresentano, in Europa, il principale mezzo di trasporto merci e due terzi delle emissioni di CO2 in quel settore.
Per il futuro non si intravvede una riduzione di questo traffico. L’unica soluzione pratica evidenziata dalla Federazione riguarda l’obbligo di adottare mezzi pesanti elettrici. Qualcosa in effetti si muove. Amazon ha annunciato che aggiungerà più di 1’500 camion elettrici alla sua flotta europea nei prossimi cinque anni e Deutsche Post DHL ha dichiarato che acquisterà 44 nuovi camion elettrici. Un progresso ritenuto troppo lento. La vera svolta potrebbe essere l’introduzione di una normativa europea.
Il Black Friday e la psiche
Ma perché il Black Friday scatena tutta questa necessità di procedere ad acquisti – ammettiamolo, non sempre utili o necessari – che ha conseguenze così pesanti sull’ambiente in una fascia temporale così ristretta?
Già alcuni anni fa il New York Times interrogava specialisti in materia, rilevando che la corsa all’acquisto stimola la competizione fra esseri umani in corsa per accaparrarsi l’ultimo pezzo disponibile. Ma è anche una forma di condivisione di massa, la partecipazione a un evento che permette di sentirsi parte di un gruppo e di avere uno scopo comune.
Concentrare sconti e promozioni in determinati giorni stimola infine il concetto di scarsità e di conseguenza, pare, la competizione stimolata dal marketing. E anche chi ha disponibilità economiche limitate cerca di soddisfare il bisogno di acquistare oggetti diversamente irraggiungibili.
Eventi come il Black Friday infine sono irresistibili per chi soffre di oniomania, ovvero la sindrome dell’impulso compulsivo a fare acquisti. Un disturbo psicologico che ha un impatto sulla vita di queste persone al di là delle giornate di offerte e sconti, ma che le rende proprio per questo motivo più vulnerabili.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.