I governi cantonali appoggiano la proposta del canton Ticino che prevede soluzioni a livello regionale e settoriale. L'Italia pretende per contro una soluzione nazionale
Il 9 febbraio del 2014 il popolo svizzero ha approvato un’iniziativa popolare che chiede di bloccare l’immigrazione di massa. Secondo gli stessi promotori dell’iniziativa, il governo federale ha tempo fino al 9 febbraio del 2017 per presentare una legge che preveda dunque un freno all’immigrazione.
Il 9 febbraio 2017 si avvicina e finalmente i “giochi” si fanno seri: oggi a Berna la Conferenza dei Governi cantonali ha dato il suo chiaro appoggio alla proposta presentata dal governo ticinese, la cosiddetta clausola Ambühl.
Nella sua seconda e definitiva stesura, una sorta di versione 2.0 della proposta Ambühl, datata 21 luglio, i contingenti e la preferenza indigena, fissati inizialmente in senso stretto sul frontalierato, sono stati estesi anche all’immigrazione, ai permessi e all’aiuto sociale. Il punto saldo, a differenza della strada presa dal Consiglio federale, rimane il suo carattere modulabile: a livello regionale e settoriale.
E da Berna, oggi, è arrivato l’appoggio compatto della Conferenza dei Governi cantonali. Una soluzione che però all’Italia non piace. Il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni, pretende infatti una soluzione unitaria per tutta la Svizzera.
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