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Incertezza sulla tredicesima rendita di vecchiaia AVS in Svizzera

un'anziana seduta al tavolo di cucina
Le votazioni federali di domenica 3 marzo riguardano il sistema pensionistico nazionale. KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Domenica il popolo svizzero vota su due iniziative popolari che prevedono una riforma del sistema pensionistico. La proposta di innalzare l'età della pensione a 66 anni sarà molto probabilmente respinta, mentre l'esito del voto sull'aumento delle rendite di vecchiaia rimane incerto.

L’elettorato svizzero potrebbe respingere l’introduzione di una tredicesima rendita di vecchia AVS (Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti). Il sostegno all’iniziativa che chiede di concedere alle persone in pensione un’ulteriore rendita mensile è diminuito costantemente durante la campagna che ha preceduto la votazione di domenica.

Stando all’ultimo sondaggio della Società Svizzera di Radiotelevisione (SSR), realizzato nella prima metà di febbraio, il sostegno all’iniziativa lanciata dai sindacati per migliorare il potere d’acquisto delle persone anziane era sceso al 53%. Il fronte del “sì” mantiene ancora un leggero vantaggio, ma questo potrebbe non essere sufficiente per l’accettazione dell’iniziativa.

Oltre alla maggioranza del popolo, l’iniziativa “Vivere meglio la pensione” deve essere approvata anche dalla maggioranza dei 26 Cantoni, il che potrebbe rivelarsi difficile, dato che poche settimane fa la tendenza era ancora incerta in cinque Cantoni.

Aiutare le persone pensionate in difficoltà

Con la loro proposta, la sinistra e i sindacati vogliono aiutare i beneficiari dell’AVS che faticano ad arrivare a fine mese, in un contesto di inflazione e di aumento del costo della vita. Durante la campagna, molte persone anziane hanno avuto l’occasione di parlare delle loro difficoltà finanziarie.

Per migliorare la loro situazione, l’iniziativa chiede il versamento di una tredicesima rendita di vecchiaia AVS all’anno, invece delle attuali dodici. L’importo massimo annuo della pensione aumenterebbe di 2’450 franchi per le persone singole, a 31’850 franchi, e di 3’675 franchi per le coppie sposate, per un massimo annuo di 47’775 franchi.

Critiche dalla destra e dal settore economico

Tuttavia, la riforma non piace ai partiti di destra e di centro, né alle principali organizzazioni economiche del Paese. Ritengono che la rendita di vecchiaia aggiuntiva verrebbe finanziata a spese della popolazione attiva, attraverso un aumento dei contributi sociali o delle imposte.

Chi si oppone al testo è inoltre dell’idea che la misura non sia sufficientemente rivolta a chi ha reali problemi finanziari. L’aumento delle pensioni concernerebbe infatti tutte le persone, dunque anche quelle con un reddito elevato.

Dito puntato contro chi vive all’estero

Durante la campagna elettorale, gli svizzeri e le svizzere all’estero sono stati duramente attaccati dall’Unione democratica di centro (UDC/destra conservatrice). Il più grande partito a livello svizzero, contrario all’introduzione di una tredicesima mensilità AVS, li ha accusati di approfittare del sistema in quanto avvantaggiati dal minor costo della vita nel Paese che li ospita.

La deputata UDC Martina Bircher ha dichiarato che “gli stranieri e gli svizzeri all’estero sarebbero i principali beneficiari di una tredicesima mensilità di vecchiaia”, mentre non contribuirebbero ai costi aggiuntivi attraverso l’imposta sul valore aggiunto o i contributi salariali all’AVS.

Queste critiche hanno suscitato la reazione della Quinta Svizzera. Alcuni membri della diaspora hanno formato un gruppo su Facebook per denunciare “una campagna diffamatoria” nei loro confronti.

Ariane Rustichelli, direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), ha espresso preoccupazione per gli 800’000 svizzeri e svizzere che vivono in un altro Paese. “Il fatto che alcuni svizzeri siano arrabbiati con i loro connazionali mi preoccupa molto”, ha dichiarato a swissinfo.ch.

>> L’essenziale sull’iniziativa per la tredicesima AVS:

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una donna anziana con degli occhiali in mano ha lo sguardo preoccupato

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Verso una bocciatura della pensione a 66 anni

Il destino della seconda iniziativa in votazione domenica sembra già segnato. Il testo lanciato dai Giovani liberali radicali propone di innalzare progressivamente l’età di pensionamento a 66 anni entro il 2033. In seguito, l’età sarebbe indicizzata alla speranza di vita, vale a dire che aumenterebbe automaticamente con la crescita dell’aspettativa di vita e viceversa.

L’obiettivo dell’iniziativa “Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile” è quello di assicurare il finanziamento del primo pilastro del sistema pensionistico svizzero. Secondo i calcoli dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), la proposta consentirebbe di risparmiare circa 2 miliardi di franchi entro il 2030 e di garantire il finanziamento delle rendite di vecchiaia almeno fino al 2033.

>> Tutto quello che c’è da sapere sulla votazione sulla pensione a 66 anni:

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La realtà del mercato del lavoro

Nonostante il sostegno dei partiti di destra, la soluzione dei Giovani liberali radicali sembra lontana dal convincere la maggioranza dell’elettorato. Il fronte del no è cresciuto costantemente durante la campagna e il 63% delle persone intervistate intende respingere il testo, secondo l’ultimo sondaggio della SSR.

A sinistra e al centro dello spettro politico, chi si oppone all’iniziativa l’ha definita “antisociale, tecnocratica e antidemocratica” e “inadatta a riformare la previdenza per la vecchiaia”. Secondo le voci critiche, il comitato che l’ha promossa ignora le realtà vissute dalle persone anziane sul mercato del lavoro. Gli over 55 che si ritrovano in disoccupazione, sottolineano, hanno difficoltà a ritrovare un impiego.

Il voto sul pensionamento a 66 anni giunge poco più di un anno dopo che il popolo aveva deciso di innalzare l’età pensionabile delle donne da 64 a 65 anni, allineandola a quella degli uomini. Una tempistica che non sembra giocare a favore dell’iniziativa.

>> Il nostro dibattito sul futuro delle pensioni in Svizzera (in francese):

Traduzione di Luigi Jorio

A cura di Pauline Turuban

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