La polizia cerca video fatte con la dashcam
Per far luce su un incidente stradale in cui è morta una donna, la polizia sangallese è alla ricerca di riprese fatte con le dashcam. L'appello rappresenta una prima, anche perché è controverso se le riprese delle "videocamere da cruscotto" possano essere utilizzate come elemento di prova.
Esattemente un settimana fa una donna è morta e altre tre persone sono rimaste ferite in un tamponamento a catena avvenuto sull’autostrada A1 fra Oberbüren e Gossau, nel canton San Gallo. In tutto si sono verificate tre collisioni poco prima delle 8 del mattino, con il sole radente che abbagliava i conducenti.
Ora la polizia sangallese ha lanciato un appello agli eventuali testimoni in cui dice espressamente di essere alla ricerca di automobilisti “che hanno filmato l’incidente con una dashcam”. Le piccole telecamerine montate sul parabrezza stanno diventando sempre più di uso comune.
Il portavoce della polizia cantonale di San Gallo, Hanspeter Krüsi, ammette che finora i tribunali hanno giudicato le immagini delle dashcam in modo diverso. “È comunque nostro compito raccogliere tutti gli indizi”, afferma Krüsi. E se sempre più automobilisti utilizzano le dashcam, “perché non dovremmo utilizzare le loro registrazioni?”
Quello di venerdì scorso è stato un grave incidente con una persona morta, il cui svolgimento “non è noto in modo chiaro”. Nel tamponamento a catena sono rimaste coinvolte in tutto dieci automobili e diverse sono le compagnie di assicurazione interessate.
“Non ci aspettiamo granché da questo appello”, aggiunge il portavoce. Il problema è che le foto scattate dopo la collisione non sono servite a fare chiarezza. Ora si tratta in particolare di cercare di ricostruire la situazione prima dell’incidente.
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