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Al via la campagna per l’autodeterminazione

In caso di conflitto la Costituzione elvetica deve prevalere sul diritto e gli accordi internazionali. È questo il punto centrale dell'iniziativa "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri", detta anche "per l'autodeterminazione", in votazione il 25 novembre e promossa dall'Unione democratica di centro.

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Secondo i fautori dell’iniziativa, si tratta di difendere l’unicità della democrazia diretta svizzera, che permette ai cittadini di avere sempre l’ultima parola. Questa particolarità sarebbe infatti messa in pericolo dai sempre più frequenti trattati e accordi internazionali, che porterebbero politici e tribunali elvetici ad applicare solo parzialmente – o addirittura a non applicare – le decisioni popolari.

Democrazia diretta in pericolo

In Svizzera, con lo strumento delle iniziative popolari e la democrazia diretta, è il popolo che decide, ha sottolineato ai media a Berna il “senatore” Thomas Minder. “Non sono il legislativo, il governo, i giudici, i funzionari, i politici, i diplomatici o l’amministrazione a decidere cosa compare nella Costituzione. Sono solo i cittadini”, ha affermato.

Il testo vuole quindi chiarire i rapporti e rafforzare la certezza del diritto. La Costituzione deve essere la fonte dominante del diritto elvetico e in caso di conflitto deve prevalere su quello internazionale, sempre rispettando alcuni imperativi come i diritti umani.

Una Svizzera autodeterminata e indipendente, sempre secondo il comitato, è maggiormente in grado di superare le crisi, è più prospera ed ha una disoccupazione e una povertà inferiori ai Paesi che la circondano. Va invece combattuta con forza la centralizzazione e la messa sotto tutela dei cittadini, oltre che la perdita di influenza del diritto elvetico. Non si tratta quindi di votare a destra o a sinistra, ma di decidere sulla democrazia diretta e sulla sovranità.

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