Droni, come evitare il caos nei cieli?
Si è aperto martedì a Zurigo il convegno internazionale "Drones Innovators Network", organizzato dalla Confederazione e dal Forum economico mondiale (Wef). Lo scopo del congresso è fare della Svizzera un punto di riferimento per la tecnologia dei velivoli senza pilota, ma anche promuovere la collaborazione tra autorità e industria per trovare la quadratura del cerchio tra legislazione, sicurezza e innovazione.
“La Svizzera è oggi leader nella tecnologia dei droni”: parola della ministra dei trasporti Doris Leuthard, intervenuta al Politecnico di Zurigo (Eth) all’inaugurazione del convegno internazionale “Drone Innovators Network”.
Scopo del congresso, promosso dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) e dal Forum economico mondiale (Wef), è promuovere un utilizzo responsabile dei velivoli senza pilota.
“Diversi governi sono confrontati con le stesse sfide a livello di regolamenti”, ha sottolineato sul campus dell’Hönggerberg dell’Eth Timothy Reuter, specialista di droni per il Wef. “Senza una collaborazione fra autorità e industria non si potrà sfruttare l’intero potenziale di questa tecnologia”.
Svizzera, pioniera nel settore
In Svizzera operano nel settore dei droni più di 80 aziende con oltre 2’500 posti di lavoro. I droni svizzeri sono utilizzati in campi che vanno dalla sicurezza all’agricoltura, dai trasporti medici all’aiuto umanitario nelle regioni di crisi.
Dal 2017 la Posta Svizzera offre ad esempio a Lugano il primo servizio al mondo di consegna tramite droni per clienti commerciali: nel caso specifico si tratta di trasportare campioni per esami di laboratorio fra diversi ospedali.
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Le leggi in vigore nei diversi paesi rappresentano però in molti casi un ostacolo per l’impiego dei droni. Di qui la necessità – secondo l’esperto del Wef – di innovare e collaborare nella ricerca di soluzioni pratiche e di politiche in grado di combinare al meglio i benefici ecologi, sociali e commerciali e di minimizzare i rischi legati all’utilizzazione di questi velivoli telecomandati.
La Confederazione ha seguito fin dall’inizio lo sviluppo di questa tecnologia, in stretto contatto con la ricerca e l’industria. Per questo “la Svizzera ha oggi un ruolo pionieristico in questo settore”, ha affermato la responsabile del Datec Doris Leuthard.
Il progetto “U-Space”
Al convegno di Zurigo, la società per il controllo aereo Skyguide ha presentato lo “Swiss U-Space”, il primo sistema di gestione digitale del traffico di droni in Europa, che copre l’intero territorio elvetico e che è stato sviluppato assieme alla società americana AirMap.
Dei droni hanno sorvolato la città sulla Limmat: ogni velivolo registrato e connesso allo “U-Space” riceve in tempo reale informazioni sullo spazio aereo e sulle condizioni del traffico. Il drone trasmette a sua volta i dati relativi alla sua posizione e alla traiettoria e su uno schermo è possibile visualizzare il flusso del traffico di tutti i velivoli con e senza pilota.
Attualmente in Svizzera non vige l’obbligo di registrare tutte le categorie di droni. Il governo ha tuttavia raccomandato alle Camere federali di approvare una mozione del parlamentare Martin Candinas che chiede di rendere obbligatoria la registrazione dei droni, per rendere operativo il sistema “U-Space”.
Unico neo: al momento non esiste un sistema di certificazione dei droni. L’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac) deve verificare caso per caso – al pari delle altre autorità di sorveglianza – se le tecnologie utilizzate rispettano le esigenze aeronautiche o se un drone utilizza elementi critici per la sicurezza.
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