Non solo nelle acque. Uno studio dell'università di Berna ha riscontrato una fortissima presenza di microplastiche anche nei terreni, specialmente quelli paludosi.
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tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 03.05.2018)
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Provengono soprattutto dall’utilizzo dei cosmetici che finiscono negli scarichi. Ma anche dall’usura degli pneumatici e dal lavaggio dai vestiti di poliestere. Si tratta delle microplastiche, particelle di plastica non più grandi di mezzo millimetro, che uno studio dell’Università di Berna Collegamento esternoha trovato nel 90% dei campioni analizzati provenienti da tutta la Svizzera.
“La plastica e la microplastica si producono in 5 secondi, si utilizzano in 5 minuti, e una volta buttate restano in natura 500 anni”, denuncia Yves Zenger, portavoce di Greenpeace svizzera.
Non sono stati ancora dimostrati eventuali effetti sulla salute sull’essere umano che un’intrusione delle microplastiche potrebbe avere nella catena alimentare. Quello che è sicuro è che per i lombrichi è letale, il che potrebbe avere delle conseguenze sulla fertilità del terreno.
In diversi paesi, come Stati Uniti, Regno Unito e Canada, sono state introdotte restrizioni all’uso di microplastiche nell’industria. In Svizzera, nell’estate del 2017, una mozione Collegamento esternoper vietare i cosmetici contenenti microplastiche non ha ottenuto l’approvazione del parlamento che si è allineato con quanto sostenuto dalla ministra Doris Leuthard.
Quest’ultima ha indicato che l’introduzione di un divieto sarebbe eccessiva, ma che il Dipartimento dell’ambiente cercherà delle soluzioni con l’industria per promuovere la rinuncia volontaria all’uso di microplastiche, in accordo con le leggi già in vigore.
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