È stato un richiamo alla solidarietà e all’unità quello lanciato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione. “L’UE non versa in buone condizioni, manca di unione e manca di Europa”, ha affermato il lussemburghese, lanciando un appello agli Stati membri affinché accettino il ricollocamento di 160’000 rifugiati, il quadruplo rispetto alla proposta di maggio, accolta piuttosto freddamente.
“La ripartizione dovrà essere obbligatoria, lo scaricabarile non aiuta”, ha detto ancora Juncker, invitando a non lasciare soli i paesi maggiormente toccati dalla “peggiore emergenza migratoria dal 1945”, come Ungheria, Grecia ed Italia. A inizio 2016, la Commissione proporrà un quadro legale per la gestione a lungo termine della crisi.
“Le cifre sono impressionanti”, ha quindi aggiunto, “ma non è il momento di avere paura, è il momento delle azioni coraggiose”. I ministri dell’interno si riuniranno il 14 settembre a Bruxelles.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Migranti, scende in campo la politica
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’Europa intera sembra essersi risvegliata da un torpore profondo, comprendendo finalmente che la crisi, finora osservata dalla finestra, è invece già entrata dentro casa. E così è arrivato il turno della politica nell’emergenza profughi. Dopo le tante testimonianze di soldiarietà in Austria e Germania, i principali leader europei stanno studiando le misure per rispondere alla…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Davvero pochi sono gli europei che sanno dove si trovi Schengen, la piccola località lussemburghese sulle rive del fiume Mosella. Ma ormai praticamente tutti sanno cosa significhi quella parola: in sostanza, il principio della libera circolazione sancita dall’UE nel 1985, ed a cui anche la Svizzera ha aderito (approvazione dell’Assemblea federale nel dicembre 2004, ed…
Questo contenuto è stato pubblicato al
La crisi di questi giorni chiama in causa le regole di Dublino, che stabiliscono chi debba occuparsi della domanda d’asilo di un migrante nell’Unione europea e nei paesi dello spazio Schengen. Ma cosa dicono queste regole? Come sono nate? E perché paesi come Grecia o Italia, che dal sistema sembrano avere tutto da perdere, le…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.