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L’AlpTransit verso Sud (2)

Politica e politici italiani confrontati con un progetto che li vede passare da gaffes a caos e visioni

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“Al momento dell’entrata a pieno regime dell’AlpTransit l’Italia si farà trovare pronta per la sfida”. Parola di Graziano Delrio, titolare del Ministero delle Infrastrutture del Governo Renzi, che rappresentano l’obiettivo della politica italiana nei confronti della rivoluzione del trasporto merci che AlpTransit introdurrà anche in Italia. Tra l’oggi e l’obiettivo, tuttavia, le difficoltà da superare sono piuttosto numerose. Partono dal difetto storico che Ennio Cascetta, numero uno della struttura tecnica del Ministero delle Infrastrutture, illustra così. AlpTransit, per l’Italia, è una rivoluzione visto che “per 50 anni si è investito nel trasporto delle merci su gomma e negli ultimi 10 anni lo spostamento delle merci su rotaia è diminuito del 40%”.

Tempo di svarioni

È in questo contesto che s’ inseriscono la svista sulla posizione e sulla paternità del San Gottardo da parte del premier Matteo Renzi, ma anche l’imprecisione geografica enunciata da Cascetta che, parlando del tracciato (vd video) confonde il Lario col Verbano parlando della “linea per Luino” quale territorio difficile sul quale aprire cantieri perché di pregio ambientale. Sintomi, questi svarioni, della difficoltà con la quale la politica italiana va in campo quando la partita è AlpTransit. Sintomi riequilibrati dalle programmazioni di investimenti già stabiliti e che faranno arrivare l’Italia in tempo all’appuntamento con i 390 treni da 2000 tonnellate destinati a transitare sui binari tra il 2020 e il 2021.

Non è la Lombardia a ritardare

Detto che la volontà di sostenere AlpTransit c’è. Detto che sono stati anche programmati gli investimenti, c’è però ancora un ostacolo da superare: quello della trasformazione dei soldi in cantieri. È a questo punto che la classe politica degli amministratori locali denuncia qualche difficoltà di passaggio all’operatività delle opere da realizzare. “Già – commenta il Presidente della Lombardia Roberto Maroni -, se ci sono ritardi delle opere sembra sempre che sia colpa della Lombardia, ma invece bisognerebbe chiedere spiegazioni a chi deve fare quelle opere e non le fa”. Una delle partite più importanti nelle quali la politica italiana gioca la sua credibilità è quella dei porti. “Da tempo i porti del Nord Tirreno – afferma Ennio Cascetta – stanno investendo su importanti sviluppi terminalistici. La capacità di 4 milioni di container all’anno che il sistema portuale ligure possiede aumenterà fino a 6 milioni nei prossimi anni”. Operazione necessaria che resta però in attesa della verifica dei fatti.

FF/m.c.

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