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L’AlpTransit verso Sud (4)

L'impatto ambientale tra Lombardia e Liguria

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“Noi di Legambiente Lombardia siamo favorevoli a questa opera, finalmente si diminuirà il trasporto su gomma prediligendo il ferro”: con queste parole Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, fotografa l’impatto ambientale che, a suo dire, avrà il corridoio Rotterdam-Genova che verrà mandato a regime dall’apertura dell’Alptransit. Un impatto positivo, quindi, a guardare la linea ferroviaria che scende a sud della Svizzera, positivo anche se non si vedono ancora grossi cantieri nel tratto lombardo e i cittadini dei paesi interessati alla tratta probabilmente non sono informati “Questo perché alla politica lombarda – continua Di Simine – non è mai interessato il trasporto su ferro. La Regione è più propensa a fare interessi costruendo strade piuttosto che decongestionare i centri cittadini”. Questo è il problema ambientale per la Lombardia, il congestionamento di camion negli snodi intermodali vicini a Milano. “Il problema è appunto lo smog prodotto da decine di camion che passeranno nei paesi verso Genova, perché i container saranno scaricati appena oltre il confine con la Svizzera visto che la rete ferroviaria italiana non è ancora pronta per questi treni merci”: ecco il probabile prezzo economico da pagare una volta che il Gottardo sarà aperto, ma le infrastrutture ferroviarie continueranno a non parlare la stessa lingua (in termini di modalità e adeguamento) di quelle del nord, vale a dire della Svizzera, ma anche del resto d’Europa.

Se per la Lombardia il problema è quindi l’alta concentrazione di gomma, il dramma ambientale sul versante ligure è il cantiere del Terzo Valico e i rifiuti amiantiferi “Qui a Crevasco hanno chiuso la cava che ospitava il materiale amiantifero per la sua alta concentrazione presente nel terreno estratto dalla montagna”, conferma Andrea Agostino, membro di Legambiente Liguria. Gli ambientalisti “accusano” Cociv d’aver taciuto sulla estrazione del materiale e incalzano sulle opere collaterali, come ponti e strade costruiti mettendo a rischio il territorio “Hanno costruito dei piloni per un ponte in mezzo al fiume, in un fiume che una volta l’anno è a rischio esondazione”. I lavori quindi per Legambiente non tengono conto del territorio e degli insediamenti urbani. Un’opera che continua a provocare proteste, dalla Lombardia alla Liguria. (Laura Fazzini / alaNEWS)

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