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L’ambasciatore palestinese all’Onu bacchetta la Svizzera

L ambasciatore palestinese all ONU Ibrahim Khraishi 
Secondo l'ambasciatore palestinese all'ONU Ibrahim Khraishi è Netanyahu da inserire nella lista dei terroristi non Hamas. © Keystone / Martial Trezzini

Da Ginevra l'ambasciatore palestinese Ibrahim Khraishi ha condannato la volontà del Consiglio federale di aggiungere Hamas alla lista dei terroristi. Khraishi si è poi detto "sorpreso" dall'annuncio di mercoledì del Dipartimento federale degli affari esteri di sospendere gli aiuti a sei ONG palestinesi.

“La Svizzera ha relazioni con Hamas e questa non è un’organizzazione terroristica”, ha dichiarato Ibrahim Khraishi ai corrispondenti accreditati presso l’Onu a Ginevra. A suo avviso, il gruppo islamista fa parte della società palestinese.

Ha poi aggiunto che la Confederazione e altri Paesi dovrebbero inserire il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich, quello della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e Netanyahu in una lista di terroristi.

L’ambasciatore palestinese si è detto “sorpreso” dall’annuncio di mercoledì del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di sospendere gli aiuti a sei ONG palestinesi (e a 5 israeliane) e ha dichiarato che la prossima settimana si recherà a Berna per incontrare il consigliere federale Ignazio Cassis, in quanto è convinto del fatto che la Svizzera possa ancora svolgere il ruolo di paciere nel conflitto in Medio Oriente.

+ La Svizzera sospende il sostegno a 11 ONG palestinesi e israeliane

Khraishi ha poi ribadito che, in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu, “la Svizzera si è espressa in modo equo e accettabile”, cosa che dovrebbe fare con gli altri membri. Ha anche lanciato un appello al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) per sbloccare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.

In relazione alle accuse di “incitamento al genocidio”, di crimini contro l’umanità e quelli di guerra contro il governo israeliano, ha ribadito che i palestinesi non devono lasciare la striscia di Gaza, pena l’impossibilità di tornare.

Alla domanda sulla fattibilità di una soluzione a due Stati, ha spiegato che questo scenario non è mai stato “la scelta” dei palestinesi. La comunità internazionale deve soprattutto spingere per un cessate il fuoco e per l’apertura delle frontiere per gli aiuti a Gaza, ha continuato l’ambasciatore.

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