L’IS usa materiale svizzero
Lo Stato Islamico crea le proprie bombe con componenti provenienti da 20 paesi diversi. Ma la ditta interessata smentisce: "Sono contraffazioni"
Una cinquantina di società provenienti da 20 paesi sarebbe implicata, a diversi livelli, nella fornitura di componenti usate dal sedicente Stato islamico per la produzione delle proprie bombe. Lo rivela uno studio commissionato dall’UE. Tra le ditte coinvolte ci sarebbe una società svizzera di microelettronica che però ha smentito queste voci: “Si tratta di contraffazioni”.
Cavi, sostanze chimiche, parti elettroniche usate dall’IS sono giunti da 51 diverse ditte turche, indiane, cinesi, brasiliane, russe, statunitensi e, appunto, elvetiche, per citarne alcune.
L’analisi è frutto del lavoro della Conflict Armament Research, che aggiunge che gli esplosivi del Califfato sono ormai fabbricati “a livello quasi industriale” e che per essi vengono usati prodotti legali e di larga diffusione, quali i fertilizzanti chimici e i telefoni cellulari.
ats/mrj
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