La legge sull’elettricità non fermerà l’opposizione alle turbine eoliche in Svizzera
La natura e il paesaggio della Svizzera non vanno sacrificati in nome della transizione energetica, sostiene chi si oppone alla legge sull'elettricità da fonti rinnovabili in votazione il 9 giugno. Anche in caso di sconfitta alle urne, la lotta contro le turbine eoliche proseguirà.
“Disboscare una foresta per costruire delle turbine eoliche? È un’aberrazione! Mi chiedo che cosa giri per la testa alla gente che ha queste idee”. Charles Phillot non ha peli sulla lingua. È furioso. Da quando ha scoperto che la regione in cui vive nel Canton Friburgo potrebbe diventare un grande sito di produzione eolica, non riesce a darsi pace.
Solo nel suo comune potrebbero spuntare fino a 14 turbine eoliche, alcune nel bel mezzo della foresta. “Sono vecchio, ma ho comunque deciso di partire in battaglia”, dice. Di fronte, quella che definisce la “potente lobby dell’eolico”.
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Charles Phillot, 76 anni, è il presidente dell’associazione locale Salvate le foreste del GiblouxCollegamento esterno. Vuole impedire la realizzazione di un parco eolico sulle creste di questo massiccio montuoso ai piedi delle Alpi. Le turbine eoliche, ne è convinto, avrebbero conseguenze devastanti per la fauna, il paesaggio e la popolazione.
“Nelle nostre foreste è stata fatta una pianificazione eolica criminale”, denuncia.
Per Charles Phillot, la lotta non si limita al parco eolico del Gibloux. Si oppone anche alla “legge per l’elettricità“, un pacchetto di nuove normative che semplifica le procedure di autorizzazione di progetti di energia rinnovabile in tutta la Svizzera.
La costruzione di centrali solari e di parchi eolici non deve prevalere sulla tutela della natura e del paesaggio, afferma Phillot. Il popolo svizzero si esprimerà il 9 giugno.
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Turbine eoliche giganti sulle creste friburghesi
Il massiccio del Gibloux è uno dei sette siti del Canton Friburgo che secondo le autorità potrebbero produrre elettricità col ventoCollegamento esterno. La strategia energetica del Cantone, che stando uno studioCollegamento esterno del 2022 è tra quelli con il maggior potenziale eolico in Svizzera, ha l’obiettivo di generare 160 Gigawattora di energia eolica entro il 2035. Si tratta all’incirca della quantità prodotta attualmente in tutta la Svizzera.
Una prospettiva che non piace affatto a Charles Phillot. L’ex dirigente aziendale teme di ritrovarsi circondato da turbine eoliche che secondo lui saranno alte oltre 200 metri.
Questi impianti deturperebbero il paesaggio di questa regione prealpina, deplora. Le pale sarebbero una minaccia per uccelli e pipistrelli. Il rumore degli aerogeneratori e l’ombra che proiettano sul terreno peggiorerebbero la qualità di vita di chi abita nelle vicinanze.
Le turbine eoliche possono in effetti essere una fonte di inquinamento acustico. Tuttavia, non comportano alcun rischio per la salute umana, secondo un’analisi della letteratura scientificaCollegamento esterno pubblicata nel 2014. Stando a uno studioCollegamento esterno più recente, sono necessarie ricerche supplementari per determinare potenziali conseguenze sulla qualità di vita.
Cemento e ruspe nella foresta per fare spazio all’eolico
Non è però soltanto il rumore delle pale eoliche e lo sfregio di un paesaggio dominato dal Moléson, la montagna emblematica del Canton Friburgo, a irritare Charles Phillot. “Il peggio è quanto avverrebbe dentro la foresta”, dice.
Si dovrebbero creare vaste superfici pianeggianti e disboscare l’equivalente di un campo di calcio per ogni turbina eolica, sostiene. Saranno utilizzate tonnellate di calcestruzzo per le fondamenta delle torri e le vie di accesso, oggi semplici strade sterrate, andrebbero ampliate per consentire il passaggio di veicoli pesanti e il trasporto degli aerogeneratori.
Ettari di foreste e aree naturali verrebbero sacrificati a scapito della biodiversità, afferma Phillot. “È assurdo lasciare che una foresta venga distrutta dalle ruspe e trasformata in un’immensa zona industriale”.
Contattate da SWI swissinfo.ch, le autorità friburghesi indicano che “la pianificazione eolica cantonale è stata realizzata nel rispetto delle norme vigenti, anche per quanto riguarda il quadro giuridico sulle foreste, relativamente restrittivo in Svizzera”. La pianificazione è stata validata dal Governo svizzero e dovrebbero bastare dalle 20 alle 25 turbine eoliche su tre o quattro siti per raggiungere l’obiettivo 2035, spiega Pierre Vaudan, portavoce della Direzione cantonale dell’economia, dell’impiego e della formazione professionale. Al momento, sottolinea, non esiste alcun progetto concreto nel Cantone e il potenziale di ogni sito andrà confermato o confutato da studi dettagliati.
“La Svizzera non è un Paese per l’eolico”
Anche Antoniette de Weck, vicepresidente di Paesaggio Libero Svizzera, un’associazione che si batte contro l’eolico, si oppone a qualsiasi intervento nella natura. “Non si può pensare di proteggere il clima distruggendo una foresta che assorbe CO2“, afferma.
L’ex politica sottolinea di non essere contraria all’eolico per principio. Sarebbe favorevole a impianti in pianura, nelle zone già occupate dall’essere umano. Ad esempio, nei siti industriali o, perché no, sui terreni agricoli.
Tuttavia, ritiene che nel suo Cantone, e in Svizzera in generale, non ci siano le condizioni adeguate per una produzione eolica sensata dal punto di vista economico ed ambientale. “Friburgo non è un Paese per l’eolico e salvo pochi luoghi nemmeno la Svizzera lo è”, afferma.
Il vento produce meno dell’1% dell’elettricità in Svizzera
L’affermazione di Antoniette de Weck sembra trovare conferma nelle statistiche sull’eolico. Il vento genera soltanto lo 0,3% dell’elettricità prodotta in Svizzera. La produzione eolica è in aumento, ma resta irrisoria se paragonata a quella di altri Paesi europei.
La lentezza delle procedure di approvazione dei parchi eolici spiega il ritardo della Svizzera, secondo Lionel Perret, direttore dell’associazione di categoria Suisse Eole. A causa delle lungaggini burocratiche e giudiziarie, e dei ricorsi inoltrati da cittadini e associazioni, occorrono circa 15 anni per installare una turbina eolica in Svizzera. In Germania, ne bastano generalmente cinque.
Questo, oltre ovviamente alle condizioni del vento e alla situazione geografica, spiega il chiaro divario nel numero di turbine eoliche in Svizzera e nelle regioni limitrofe, come si vede nell’illustrazione seguente:
Parchi eolici nelle foreste per garantire l’approvvigionamento invernale
La situazione potrebbe tuttavia cambiare. La Svizzera vuole portare la quota dell’eolico nella produzione elettrica al 7% entro il 2050. L’eolico avrebbe soprattutto il vantaggio di fornire la maggior parte dell’elettricità durante l’inverno, periodo in cui il Paese è dipendente dalle importazioni.
La legge per l’elettricità dovrebbe dare un impulso allo sviluppo dell’eolico e delle rinnovabili. L’insieme di nuove normative approvato dal Parlamento svizzero nell’autunno dello scorso anno facilita la costruzione di impianti idroelettrici, solari ed eolici ritenuti di importanza nazionale. Lo scopo è di promuovere la produzione indigena da fonti rinnovabili.
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La legge per l’elettricità consentirà, a date condizioni, di realizzare centrali solari in zone incontaminate sulle Alpi e parchi eolici nelle foreste. Per la scelta dell’ubicazione delle turbine eoliche, la presenza di strade di accesso prevarrà sullo stato della foresta e della biodiversità.
Le foreste possono rappresentare un interessante potenziale eolico perché consentono di realizzare degli impianti lontano dalle abitazioni, in aree già sfruttate, osserva Lionel Perret di Suisse Eole. “Non si tratta di collocare le turbine eoliche in riserve forestali, ma in foreste per la produzione di legname in cui l’essere umano ha già un forte impatto”, scrive Perret in una e-mail a SWI swissinfo.ch.
L’eolico serve a sostituire le energie fossili e una turbina eolica che produce 8 gigawattora di energia consente di evitare l’emissione nell’atmosfera di circa 3’000 tonnellate di CO2 all’anno, secondo Perret. Si tratta della quantità di CO2 assorbita da 150’000 alberi.
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Pannelli sugli edifici invece che nella natura
Le principali organizzazioni ambientaliste, tra cui il WWF e Greenpeace, appoggiano il progetto. Ogni forma di produzione energetica comporta degli effetti indesiderabili, ma i vantaggi della legge per l’elettricità superano nettamente gli svantaggi, secondo Patrick Hofstetter, esperto di clima ed energia presso il WWF.
I Cantoni, in consultazione con le organizzazioni per la protezione dell’ambiente e la popolazione locale, definiranno le zone adatte agli impianti eolici, indica il WWF. I biotopi d’importanza nazionale e le riserve per uccelli acquatici e migratori non saranno toccati. In futuro, sottolinea il WWF, non sarà affatto possibile disboscare terreni su larga scala e in modo indiscriminato per costruire delle turbine eoliche.
Al contrario, due piccole associazioni per la protezione della natura e del paesaggio – la Fondazione Franz Weber e Paesaggio Libero Svizzera – si oppongonoCollegamento esterno a una legge che ritengono devastatrice per i biotopi protetti e per i più bei paesaggi del Paese. Hanno lanciato con successo un referendum e l’ultima parola spetterà al popolo svizzero.
Pierre-Alain Bruchez, membro del comitato referendario, condivide la necessità di puntare sulle rinnovabili. Tuttavia, non a detrimento della natura e del paesaggio. “Non c’è motivo di costruire dei parchi solari in mezzo alla natura finché c’è un grande potenziale di risparmio energetico e di produzione di elettricità fotovoltaica sugli edifici e sulle infrastrutture”, dice a SWI swissinfo.ch.
Dei pannelli solari sui tetti e sulle facciate degli edifici, lungo le autostrade e sopra i parcheggi, produrrebbero elettricità a sufficienza, anche in inverno, sostiene Bruchez. “Gli argomenti del cambiamento climatico e della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico non devono servire da scusa per fare qualsiasi cosa, quando ci sono alternative migliori”, dice.
La lotta continuerà anche dopo un’eventuale sconfitta alle urne
Charles Phillot e Antoniette de Weck temono che la legge sull’elettricità faciliterà la distruzione delle foreste della loro regione. Una vittoria alle urne il 9 giugno appare però improbabile. Stando a un primo sondaggio pubblicato a inizio maggio, la legge verrebbe accolta dal 75% dell’elettorato.
Ciononostante, la loro lotta contro le turbine eoliche e per un maggior coinvolgimento della popolazione, non si fermerà. Paesaggio Libero Svizzera ha già lanciato due iniziative popolari: la prima vuole vietare le turbine eoliche nelle foreste e nei pascoli boschivi, la seconda chiede che le popolazioni toccate dalla costruzione di impianti eolici possano esprimersi democraticamente.
L’associazione avrà tempo fino all’estate dell’anno prossimo per raccogliere le 100’000 firme necessarie per ogni iniziativa e per convincere quante più persone che, come scrive sul suo sito, “ridurre degli spazi verdi per proteggere il clima è un’assurdità”.
A cura di Samuel Jaberg
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