La televisione svizzera per l’Italia

La nuova vita della Casa d’Italia a Zurigo

edificio
Un'immagine d'epoca della Casa d'Italia di Zurigo. Creative Commons By Sa 4.0 / Baugeschichtliches Archiv,


A inizio settembre inizieranno i lavori di ristrutturazione dello storico edificio in Albisriederstrasse, punto di riferimento per quasi un secolo della comunità italiana nella città sulla Limmat.

La Casa d’Italia a Zurigo non farà la fine di altri edifici analoghi in Svizzera, che sono stati dismessi per ragioni di bilancio statale.

Dopo varie discussioni il Ministero degli Esteri ha deciso il suo rilancio dopo diversi anni in cui i 5’000 mq del complesso edilizio, fulcro dell’emigrazione italiana per oltre un secolo, erano stati di fatto abbandonati, in attesa di una soluzione definitiva.

Un percorso accidentato

La vicenda si è protratta anche per lungaggini amministrative. I lavori di ristrutturazione erano stati assegnati in un primo tempo, nel luglio 2023, al consorzio CLSL, ma ci sono stati poi vari ricorsi al TAR e alla fine, lo scorso 19 luglio, è stato firmato a Zurigo l’accordo con l’impresa Pizzarotti SA, classificatasi al secondo posto nella gara d’appalto che prevede un investimento che supera i 14 milioni di franchi. In precedenza c’è stato da risolvere il problema dell’amianto e lo scoppio della pandemia di Covid che hanno contribuito a rallentare l’iter.

Altri sviluppi

I lavori, che partiranno già a inizio settembre, dovrebbero protrarsi per non più di 17 mesi, giusto in tempo per le celebrazioni del 2 giugno in occasione della festa della Repubblica del 2026.

Nei suo rinnovati spazi l’immobile ospiterà gli uffici del Consolato generale, l’Istituto di cultura, le scuole statali italiane e il Comitato degli italiani all’estero (Comites).

Un’evoluzione della vicenda tutt’altro che scontata, alla luce soprattutto dei recenti risparmi e dei tagli sul bilancio del Ministero degli affari esteri che hanno indotto le autorità della Penisola a vendere buona parte degli immobili analoghi.

L’uovo di Colombo

L’uovo di Colombo è stato individuato dal trasferimento degli uffici consolari: con il cambio di destinazione la dispendiosa operazione di ristrutturazione ha trovato una sua giustificazione che peraltro farà risparmiare almeno parte degli attuali 600’000 franchi che il Consolato generale ha versato finora per l’attuale sede.

A questo esito positivo della vicenda ha contribuito, sul fronte elvetico, anche la città di Zurigo che ha approvato il cambio di destinazione d’uso dello stabile richiesto dal Consolato generale, pur essendo ubicato in una zona urbana residenziale.

+ “Vietato ai cani e agli italiani!”

In proposito il Consiglio comunale ha avuto modo di riconoscere la rilevanza dell’edificio, definito “un importante testimone storico sociale ed economico, che dimostra l’importanza dell’emigrazione italiana in Svizzera per la città di Zurigo.

Ma se l’immobile non riveste spunti di particolare di interesse dal profilo architettonico e artistico, la sua valenza è intimamente connessa con la storia dell’immigrazione italiana nella Confederazione, che è stata una delle ragioni che hanno convinto alla sua salvaguardia.

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Venduta la Casa d’Italia a Locarno

Questo contenuto è stato pubblicato al Un solo invetitore, un immobiliarista bellinzonese, si è aggiudicato per poco più di 7 milioni di franchi le proprietà dello Stato italiano messe all’asta a Locarno. Benché la città avesse invitato a “congelare” la vendita all’asta, le offerte in busta chiusa sono state aperte, come da programma, lunedì mattina. L’imprenditore ha staccato un cospicuo “assegno”,…

Di più Venduta la Casa d’Italia a Locarno

Sorto nel 1919 nel quartiere operaio della città sulla Limmat, nel Kreis 4, in origine il palazzo era stato adibito a orfanotrofio destinato ad accogliere i figli e le figlie dei soldati italiani morti nel primo conflitto mondiale. Per volere del regime mussoliniano il complesso edilizio venne ampliato e ristrutturato in più tappe successive nel corso degli anni Trenta.

In questo servizio d’archivio della RSI, la trasmissione il Quotidiano parte alla scoperta della Casa d’Italia:

Contenuto esterno

Inaugurazione durante il Ventennio fascista

La “Casa degli italiani”, inaugurata nel 1931, doveva accogliere tutte le istituzioni del Belpaese nella regione e, sul piano ideologico, testimoniare all’estero le presunte conquiste del fascismo: quindi, oltre ad essere un centro culturale e sociale dell’immigrazione italiana a Zurigo, doveva fungere da fonte di irradiazione dell’educazione fascista.

Il complesso comprendeva un asilo infantile, due aule scolastiche, una cappella, due dormitori, una sala teatro con palcoscenico, un bar, una sala da bigliardo, due sale per sedute, un appartamento di tre stanze per il custode, varie altre camere. Da notare che nello stesso quartiere la comunità antifascista aveva insediato e gestiva una propria scuola nell’edificio scolastico della Kanzlei.

A questo proposito non va trascurato l’apporto prestato per quasi sessant’anni delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea al servizio, prima, dell’Orfanotrofio e dell’Asilo della colonia italiana e, poi, anche dell’Internato e della mensa per gli alunni della Scuola elementare.

Gli anni delle grandi migrazioni

Dopo la Seconda Guerra mondiale l’edificio ha ospitato un asilo, un doposcuola, una scuola primaria e una scuola secondaria per bambini di lingua italiana.

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Gli emigrati italiani che hanno costruito la Svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato al Si chiama “Grazie a voiCollegamento esterno”. L’idea di questo volume nasce dal successo di una recente esposizione nel canton San Gallo. Le immagini narrano delle prime generazioni di uomini e donne giunti nella Confederazione da un paese esangue per cercare opportunità migliori in uno Stato che ha fatto fatica ad aprirsi. Tuttavia, dopo la xenofobia…

Di più Gli emigrati italiani che hanno costruito la Svizzera

Erano gli anni delle grandi ondate migratorie, soprattutto dal Meridione: la scuola elementare alla fine degli anni Sessanta arrivò ad ospitare oltre 700 allievi/e.

Nel frattempo la migrazione e la composizione socio-economica del Paese sono cambiati ma la Casa d’Italia ha continuato ad essere un punto di riferimento della comunità italofona.

Un polo educativo biculturale e bilingue

Quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione la nuova Casa d’Italia avrà una nuova vita. Oltre ai servizi consolari, di cui abbiamo detto, nello stabile ci sarà l’Istituto italiano di cultura e la scuola statale.

A questo proposito si sta ipotizzando di aggiungere a quella dell’infanzia ed elementare, trasferitasi provvisoriamente in Albisriederstrasse nei locali messi a disposizione dalla città di Zurigo, anche la scuola media Enrico Fermi, attualmente a gestione privata. Niente da fare invece il Liceo Vermigli, anch’esso privato, che sarà costretto a trovare una nuova sede.

Tutti questi istituti fanno parte del polo scolastico italo-svizzero in cui viene proposto un insegnamento bilingue italiano-tedesco e biculturale. Un percorso educativo e didattico, con riconoscimento dei diplomi in Italia e nella Confederazione, che consente agli allievi e alle allieve di proseguire la carriera scolastica nei due Paesi.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR