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La pazienza degli azionisti di Credit Suisse non è infinita

Una sede di Credit Suisse fotografata nella notte.
Notte fonda ancora per Credit Suisse che non riesca a rialzarsi dopo anni terribili, tra accuse, perdite miliardarie, multe salate e dimissioni eccellenti. © Keystone / Ennio Leanza

Gli azionisti di Credit Suisse hanno perso la pazienza. Durante l'assemblea generale ordinaria hanno negato il discarico al Consiglio di amministrazione e alla direzione per l'esercizio 2020, l'anno in cui in primo piano vi erano le implicazioni della banca nei dissesti del fondo d'investimento Archegos Capital Management e dell'azienda britannica Greensill, ma anche quello iniziatosi con le dimissioni dell'amministratore delegato Tidjane Thiam. 

Il presidente del Consigio di amministrazione (Cda) Axel Lehmann ha deplorato questa decisione e ha fatto sapere che il Cda rifletterà sui prossimi passi. Come noto, il discarico è l’atto giuridico che mette al riparo i dirigenti da azioni di responsabilità per quanto hanno fatto durante l’anno.

Durante l’assemblea generale odierna della grande banca, svoltasi ancora una volta a porte chiuse, Axel Lehmann ha dichiarato che Credit Suisse sta cambiando: “I mutamenti devono cominciare al vertice”, ha sottolineato il 63enne. Questa settimana la società ha reso noto quattro avvicendamenti nella direzione generale: alla fine saranno rinnovate complessivamente 11 posizioni su 13 nell’organo dirigente e questo mostra quanto profondi sono i cambiamenti in atto, ha aggiunto il presidente subentrato a António Horta-Osório, dopo le dimissioni di quest’ultimo sulla scia di uno scandalo sulle violazioni delle regole di quarantena. 

Lehmann ha promesso che in futuro la banca si concentrerà ancora di più sui clienti. Allo stesso tempo, però, attuerà una “gestione e un monitoraggio dei rischi ancora più sistematico”. “Tutti, nella nostra banca, devono sapere e percepire che, quando si tratta di rischio, non si può agire rapidamente”, ha chiosato l’ex Ceo dell’assicuratore Zurich.

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Per il 2021 il discarico è stato invece accolto con il 77,5% dei voti: esplicitamente escluse sono state però ancora una volta le vicende legate a Greensill. In borsa il titolo Credit Suisse nel pomeriggio guadagnava circa il 6%. Va comunque considerato che rimane abbondantemente sotto i 7 franchi, con una performance del -24% dall’inizio dell’anno.

Simbolo della Svizzera moderna

Oggi in pratica in mani prevalentemente straniere, Credit Suisse – l’attuale ragione sociale del gruppo risale al 1997 – è stato a lungo un simbolo della Svizzera moderna: la banca venne infatti fondata nel 1856 a Zurigo quale Schweizeriche Kreditanstalt (Credito Svizzero, CS) da Alfred Escher (1819-1882), l’imprenditore che come noto ebbe un ruolo di primissimo piano anche nella costituzione di altri pilastri epocali elvetici quali il Politecnico federale e la ferrovia del San Gottardo.

Il nome CS è anche legato a uno dei più grandi scandali bancari della Confederazione, quello che interessò la filiale di Chiasso – riciclaggio di capitali in fuga dall’Italia – e che scoppiò nel 1977, con profonde ripercussioni sull’intero settore elvetico.
 

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