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La propaganda russa prende di mira la Svizzera in vista della conferenza del Bürgenstock

Viola Amherd
La presidente elvetica Viola Amherd è stata presa di mira da una trasmissione russa. Keystone / Peter Klaunzer

Il 20 maggio, un programma televisivo ha attaccato la presidente della Confederazione Viola Amherd con l'obiettivo di screditarla, e con lei l'intera Svizzera, in vista della conferenza di pace del Bürgenstock, nel canton Nidvaldo.  

A poche settimane dall’evento, previsto il 15 e 16 giugno, il programma “Le bambole dell’erede Toutti”, trasmesso sul primo canale russo, ha attaccato apertamente la presidente della Confederazione. La presentatrice Maria Boutina, ex spia russa negli Stati Uniti e ora membro della DumaCollegamento esterno, ha ritratto Viola Amherd esprimendo una serie di commenti diffamatori e persino ingiuriosi, talvolta attaccando la sua vita privata. 

In questo programma “troviamo tutta la propaganda russa, la propaganda anti-occidentale e la violenza di Stato”, ha reagito il consigliere nazionale dei Verdi ginevrino Nicolas Walder, che è anche membro della Commissione della politica estera, al programma Forum della Radiotelevisione della Svizzera francese RTS. “Oggi non si tratta più di canali di informazione, ma di canali di propaganda”. 

Il discredito di Viola Amherd 

La trasmissione ha attaccato la persona di Viola Amherd. Attraverso primi piani del suo orologio e dei suoi orecchini, il programma sembrava suggerire che alla consigliera federale piacciono i soldi. Inoltre, Maria Boutina e i suoi ospiti hanno messo in dubbio la scelta dell’F-35, un jet da combattimento statunitense molto costoso rispetto ai suoi concorrenti, per un esercito svizzero a vocazione difensiva, insinuando che Viola Amherd potrebbe essere corrotta. 

La presentatrice ha anche insinuato che la vallesana sia diventata presidente della Confederazione e ministra della Difesa per caso: “Avete mai visto un presidente che non voleva fare il presidente e che desiderava invece essere ministro della Giustizia? “Eppure si dà il caso che questa donna, Viola Amherd, non fosse presidente, ma si sia ritrovata all’improvviso ministra della Difesa”. 

Schermata del programma “Le bambole dell'erede Toutti”, trasmesso su Perviy Kanal il 20 maggio 2024.
Schermata del programma “Le bambole dell’erede Toutti”, trasmesso su Perviy Kanal il 20 maggio 2024. RTS

Screditare il Bürgenstock 

Queste affermazioni dimostrano una scarsa conoscenza del sistema politico svizzero, ma hanno anche lo scopo di screditare Viola Amherd agli occhi della popolazione russa, per la quale un capo di Stato, come Vladimir Putin, è onnipotente. E attraverso la presidente della Confederazione, la Russia sta anche e soprattutto denigrando la Confederazione, dove a metà giugno si terrà la conferenza del Bürgenstock per la pace in Ucraina. 

Altri sviluppi

Mosca non vede di buon occhio questo incontro, al quale non parteciperà e che, a suo avviso, non porterà ad alcuna soluzione. Per Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri russo, “l’obiettivo degli organizzatori di questi forum non è quello di raggiungere la pace, ma di costruire una coalizione anti-russa attraverso inganni, frodi e manipolazioni”. 

Perdita di neutralità 

Il Cremlino denuncia anche una perdita di neutralità da parte della Svizzera e il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha affermato che la Confederazione è passata “da neutrale ad apertamente ostile”. Berna è criticata per aver ripreso le sanzioni contro Mosca e per aver congelato i beni russi. 

Le Camere federali stanno inoltre cercando di stabilire una base legale per destinare questi beni o i loro proventi alla ricostruzione dell’Ucraina. Agli occhi della Russia, il ruolo tradizionale della Svizzera come piattaforma di discussione è venuto meno. 

“Insistono sul fatto che la Svizzera non sia più neutrale, ma credo che dietro a tutto questo ci sia un vero e proprio odio per l’Occidente”, analizza Nicolas Walder. “Questo dimostra anche la debolezza e la fretta di questo Stato, che non è più uno Stato di diritto e non sa più come affrontare l’Occidente, che ha più successo di quanto non ne abbia la Russia, almeno in termini di immagine e di influenza internazionale”. 

Traduzione: Marija Milanovic

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