Giovani senza lavoro costretti ad andarsene
Trovare un primo lavoro pagato correttamente e che permetta di far fruttare i propri studi per i giovani in Ticino è molto più complicato che in altre zone della Svizzera. Giovani costretti a lasciare il cantone per emigrare a nord delle Alpi o all'estero.
Sono 14’104, secondo le cifre riportate dalla Segreteria di Stato e dell’economiaCollegamento esterno (SECO), i giovani che nell’aprile 2021 si sono ritrovati senza un lavoro. Il dato è oscillante, ma la pandemia secondo le testimonianze che abbiamo raccolto tra giovani e sindacati, ha peggiorato la situazione, in particolare a sud delle Alpi, dove i titoli di studio non vengono riconosciuti, le paghe sono bassissime, gli stages sono cancellati e si sono anche create delle nuove situazioni di sfruttamento.
Delivery e precariato
La crisi sanitaria ha definito una lista di professioni dette “essenziali”, spiega Giangiorgio Gargantini di del sindacato Unia, ossia mansioni che sono sopravvissute al periodo di lockdown. Fra queste ce n’è una, quella del delivery, che ha subito “un’espansione straordinaria”, aggiunge Gargantini.
Il settore della vendita si è adattato alla crisi spostandosi online e portando ad un incremento dei fattorini. E molti di questi sono proprio giovani in cerca di lavoro che, non trovando null’altro, devono adattarsi. Sono giovani ai quali è stata richiesta una grande “flessibilità”, nel senso negativo del termine. “Devono essere a disposizione, non pagati, e in attesa che qualcuno comandi qualcosa per poi lavorare un’oretta o due” afferma Gargantini che aggiunge: “Il problema è che i datori di lavoro sembrano non volere, o non potere, più investire a lungo termine nei giovani. E offrono piuttosto impieghi di breve durata, lasciando così alle nuove generazioni una grande incertezza del futuro”.
La mancanza di esperienza
“Sei bravissima, ma non hai esperienza”. A parlare è Giulia Petralli, giovane ticinese laureata in economia politica. Ci racconta di aver inviato moltissime candidature alle quali tuttavia spesso non ha ricevuto risposta. “Trovo sia un peccato – racconta Giulia – perché continuare a dire a un giovane che non ha esperienza senza offrirgliela è un grande ostacolo per il suo percorso professionale”.
Addio Ticino
I giovani ticinesi si sono ormai rassegnati all’idea di cercare lavoro altrove, come Giulia che con amarezza dice: “Nel futuro io non mi vedrò a casa. Troverò lavoro e un’abitazione in un altro posto, nonostante non sia il mio desiderio. E questo fa rabbia perché non è quello che vorrei. Ma è quello che dovrò fare per trovare quell’indipendenza che io, dopo tanto tempo, a quasi trent’anni e con una laurea in economia, penso anche di meritare”.
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