Salari, “almeno 2% di aumento per il 2020”
Per compensare le perdite di salario reale negli ultimi 2 anni in Svizzera, le retribuzioni dovranno aumentare di almeno il 2% con le trattative del prossimo autunno. È quanto ha indicato martedì la federazione Travail.Suisse, che riunisce dieci tra sindacati, organizzazioni professionali e associazioni di lavoratori.
Alcuni affiliatiCollegamento esterno -Syna, Hotel & Gastro Union e Transfair- insisteranno in particolare sulla necessità di incrementare i salari più bassi e quelli delle donne.
Per la prima volta in dieci anni, sottolinea Travail.Suisse, è stato registrato un calo delle retribuzioni reali per due anni consecutivi. Esiste dunque un “arretrato salariale” da recuperare.
Nei due anni in questione, l’economia è cresciuta del 4,2% e le previsioni per quello in corso stimano una progressione del prodotto interno lordo (PIL) dell’1,2%, ha riferito il responsabile della politica economica dell’organizzazione mantello.
I prossimi negoziati salariali avranno come obiettivo non solo di mantenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e compensare le perdite di stipendio, ma anche di garantire che i salariati beneficino della crescita economica.
Con un tasso di inflazioneCollegamento esterno cumulata dell’1,4% negli ultimi anni (2017: 0,5% – 2018: 0,9%) e un tasso di crescita delle retribuzioni nominali dello 0,9% (grafico qui sopra, tratto da Indicatori del mercato del lavoro 2019Collegamento esterno‘), i dipendenti hanno subito una perdita salariale reale dello 0,5%.
Nonostante la ripresa economica, chi lavora ha sempre meno denaro da spendere anche per un’altra ragione: i premi di assicurazione malattia hanno ridotto il reddito disponibile dello 0,3% sia nel 2017 sia nel 2018.
Intanto, è aumentato il divario salariale: se dal 2011 le remunerazioni dei manager sono salite del 19%, il resto del personale ha beneficiato di un incremento del 4,3%.
L’anno del ’14 giugno’
Nell’anno dello sciopero delle donne, si mira anche a “lanciare un’offensiva salariale” nelle professioni dove la percentuale di personale femminile è particolarmente elevata, come: commercio al dettaglio, ristorazione, saloni di parrucchieri, strutture sanitarie.
“Non è più accettabile che lo stipendio di una donna sia in media inferiore di oltre 1500 franchi a quello di un uomo”, ha detto la vicepresidente di Syna, Irene Darwich.
Quasi metà della differenza salariale, il 44,1% – indica l’Ufficio federale di statistica nel suo recente rapporto, non può essere spiegata da fattori quali l’età, la formazione, il grado gerarchico nell’azienda, le dimensioni della stessa o la regione geografica. La conclusione è che “a qualifiche uguali, le donne guadagnano in media il 7,7% in meno degli uomini”.
Syna si aspetta che tutte le aziende esaminino le loro retribuzioni e correggano eventuali discriminazioni. La recente revisione di legge decisa dal Parlamento lo impone un’analisi di questo tipo ogni 4 anni alle imprese con oltre 100 dipendenti. E non prevede sanzioni.
L’eliminazione delle disparità salariali è un requisito indispensabile per rendere allettante l’occupazione femminile e ridurre la carenza di personale qualificato. Della quale, osserva il sindacato, si lamentano quegli stessi datori che non sono disposti a investire in buone ed eque condizioni di lavoro e salariali.
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