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La sfida delle stazioni di ricarica per auto elettriche

auto elettrica in carica
A porre problemi non sono tanto le stazioni di ricarica pubbliche, quanto soprattutto quelle nei parcheggi degli edifici residenziali. Keystone

Entro il 2035 quasi la metà del parco auto in Svizzera sarà costituito da veicoli elettrici. Ma vi è il problema di dove caricarli.

Nel 2022 un’auto su cinque venduta in Svizzera era elettrica. Questa proporzione è destinata a salire vertiginosamente nei prossimi anni, tanto che l’Ufficio federale dell’energia (UFE) prevede che nel 2035, quando l’Europa darà un giro di vite ai motori a combustione, praticamente la totalità dei nuovi veicoli immatricolati nella Confederazione saranno elettrici. Sempre in quell’anno sulle strade svizzere circoleranno 2,8 milioni di veicoli elettrici. Quasi un’automobile su due. E nel 2050 la batteria elettrica dovrebbe essere il sistema di trazione nettamente dominante delle automobili.

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Vi è però un ma: oltre alla questione dell’approvvigionamento elettrico, lo sviluppo delle stazioni di ricarica riuscirà a stare al passo con questa evoluzione? Soprattutto tenendo conto del fatto che oltre il 60% della popolazione svizzera vive in affitto e che non può quindi così facilmente sui due piedi dotarsi di una colonnina di ricarica domestica?

Per cercare di vederci chiaro e avere una visione d’insieme, l’UFE ha preso in considerazione i pareri dei principali attori, da quello automobilistico a quello immobiliare, nonché i settori dell’energia e dell’amministrazione. Pareri che sono confluiti nello studioCollegamento esterno “Verständnis Ladeinfrastruktur 2050” (“Capire l’infrastruttura di ricarica 2050”, disponibile solo in tedesco) pubblicato mercoledì.

Poiché il numero di veicoli elettrici in circolazione sarà superiore a quanto immaginato in un primo tempo, la domanda di corrente sarà più alta del previsto.

Per il 2035 si prevede un fabbisogno di energia elettrica di 7,3 TWh per le autovetture. Si tratta di una cifra assai superiore rispetto allo scenario elaborato nel 2020. Nel rapporto Prospettive energetiche 2050+ si ipotizzava un fabbisogno di 4,1 TWh per la mobilità elettrica.

La conclusione a cui giunge la ricerca è che teorie come “lasciamo fare il mercato” o “per le stazioni di servizio non c’è stata bisogno di alcuna pianificazione” sono troppo semplicistiche. “Lo sviluppo della rete di ricarica è più complesso – sottolinea l’UFE in un comunicatoCollegamento esterno. Gli attori concordano sul fatto che tutti sono chiamati ad agire ora”.

Ma agire come? La parola d’ordine è diversificazione. È necessario “un mix di opzioni di ricarica”: a domicilio, al lavoro, nel quartiere, a destinazione e colonne di ricarica veloci.

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Un automobile in carica.

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Linee guida per il settore immobiliare

Secondo lo studio, entro il 2035 dovrebbero essere creati fino a due milioni di punti di ricarica privati. Un obiettivo tutt’altro che scontato, poiché appunto gli svizzeri e le svizzere sono un popolo d’inquilini.

Per cercare di promuovere l’installazione di questi sistemi, sono state così elaborate delle linee guida con gli attori principali del settore immobiliare. Questo vademecumCollegamento esterno – precisa l’UFE – “mostra che cosa contraddistingue le infrastrutture di ricarica adeguate agli edifici con più unità abitative affittate […] e descrive passo per passo la procedura di implementazione di un impianto di ricarica”.

Per chi non dispone di strutture simili al proprio domicilio o sul posto di lavoro, è poi necessaria una rete accessibile, se possibile vicino al luogo di residenza. Pertanto, entro il 2035 saranno necessari in Svizzera a 84’000 punti di fino ricarica a libero accesso. Il fabbisogno varierà da regione a regione. Attualmente le stazioni di ricarica pubbliche sono poco meno di 10’000.

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Un auto elettrica di lusso durante la ricarica.

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Costi non indifferenti

Il Touring Club Svizzero ha fatto i suoi calcoli ed è giunto alla conclusione che per equipaggiare tutti i 3,56 milioni di parcheggi condominiali e di immobili in affitto sarebbero necessari 1,78 miliardi di franchi, con un costo per ogni installazione compreso tra 500 e 1’500 franchi.

Secondo il presidente del TCS, Peter Goetschi, intervistatoCollegamento esterno dal giornale Le Temps, “presto offrire una colonna di ricarica al domicilio sarà un argomento di vendita”.

Ma dove trovare tutti questi soldi? Un contributo potrebbe arrivare dalla nuova legge sul CO2, attualmente al vaglio del Parlamento. Il Governo svizzero propone infatti di stanziare 180 milioni di franchi tra il 2025 e il 2030 “per finanziare la promozione dell’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici negli edifici residenziali, nella aziende con diversi posti di lavoro e nei parcheggi pubblici”.

Una somma importante, ma ritenuta insufficiente dal TCS. Il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FORTA), dal quale si dovrebbe attingere il denaro, ha accumulato riserve importanti. Alla fine del 2022 ammontavano a 3,8 miliardi di franchi. Secondo Peter Goetschi, buona parte di queste riserve serviranno per eliminare le strozzature sulle strade nazionali e finanziare la seconda galleria autostradale del San Gottardo. Tuttavia, “questo fondo potrà sobbarcarsi anche un prelievo supplementare per favorire la transizione ecologica della mobilità nel periodo 2025-2030, senza che ciò impedisca agli altri progetti di progredire rapidamente”. Il dibattito per ora è solo agli inizi. Ma se ne riparlerà a breve. Dopo l’esame delle commissioni, la nuova legge sul CO2 arriverà presto sui banchi del Parlamento.

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