La Svizzera contraria agli autotreni da 60 tonnellate
Gli eurodeputati hanno votato per facilitare la circolazione di questi autotreni da 60 tonnellate, ma nella Confederazione i contrari sono la maggioranza e pronti al referendum.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
Il 12 marzo scorso gli eurodeputati hanno votato a favore della facilitazione della circolazione di autocarri da 60 tonnellate, i cosiddetti “gigaliner” lunghi fino a 25 metri, in tutta l’UE. La scelta è stata fatta nonostante i timori per il loro impatto sull’ambiente, sulla sicurezza e sulla concorrenza con il trasporto ferroviario.
Questi autocarri estensibili, che trasportano un container più un rimorchio, sono già autorizzati in alcuni Paesi, vedi Svezia e Finlandia, e sono in fase di sperimentazione in altri, come la Germania. In altri Paesi come la Francia sono vietati e lo stesso vale per la Svizzera.
Si tratta di un passo che potrebbe comunque accrescere la pressione su quest’ultima, mettendo in pericolo il collaudato sistema del trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia. Del resto, le organizzazioni ambientaliste e l’industria dei trasporti sono unite nell’opporsi al passaggio di questi bisonti della strada attraverso la Confederazione.
Per impedire la loro presenza lungo autostrade, gallerie e viadotti elvetici Berna potrebbe essere costretta a modificare i propri limiti di lunghezza e di peso e, in seguito, autorizzare parzialmente o integralmente la loro circolazione sul territorio nazionale, come rileva Django Betschart, il direttore dell’Iniziativa delle Alpi.
Secondo Betschart, “se in Europa i camion da 60 tonnellate e 25 metri di lunghezza potranno muoversi più facilmente, allora, a un certo punto arriverà la richiesta affinché ciò possa avvenire anche in Svizzera”.
Al popolo la decisione
L’USTRA, d’altronde, ha già analizzato una situazione del genere, evidenziando tutte le problematiche connesse con un nullaosta a questi autotreni. Ma il direttore dell’Iniziativa delle Alpi è chiaro: “Per consentire ai gigaliner di attraversare il Paese sarebbe necessario modificare l’accordo sui trasporti terrestri e anche le normative elvetiche. E c’è la possibilità d’impedirlo con un referendum. In altre parole, il popolo ha ancora l’ultima parola e siamo convinti che rifiuterebbe i gigaliner”.
È d’altronde vero che pure l’associazione dei camionisti rossocrociata, l’ASTAG, si è opposta a questi veicoli, in quanto causerebbero più problemi che pregi, soprattutto a livello dell’infrastruttura stradale elvetica che non è stata certo progettata per autocarri di tali dimensioni. Sarebbero infatti necessari onerosi adeguamenti a ponti, viadotti, rotatorie e rampe d’accesso per consentire il loro passaggio.
Va segnalato che il testo europeo prevede l’autorizzazione automatica di questi giganti tra gli Stati confinanti favorevoli che già li accettano sul loro territorio. Questa legislazione dovrà ora essere negoziata tra gli Stati membri.
In ogni caso, anche la Francia ha “ribadito il suo rifiuto di liberalizzare la circolazione internazionale di camion e gigaliner da 44 tonnellate” tramite il suo ministro dei Trasporti, Patrice Vergriete, il quale ha reagito sui social media rammentando che “oggi la priorità è il trasferimento modale, in particolare verso la ferrovia”.
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