La Svizzera mercato privilegiato dei prodotti alimentari italiani
Le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto i 60 miliardi di euro nel 2022, sfondando un tetto storico. La Svizzera, con i suoi 8 milioni di abitanti, è uno dei mercati d’esportazione dei prodotti alimentari italiani più importanti. E oggi inizia la “Settimana della cucina italiana nel mondo” che vuole promuovere il Made in Italy dell'industria agroalimentare.
La cucina italiana – con la sua dieta mediterranea – è molto conosciuta ed apprezzata nel mondo. Così come i suoi prodotti, dal vino alla pasta, dall’olio d’oliva extravergine alle mozzarelle. C’è ancora bisogno di promuoverli fuori dai confini nazionali? “Si, direi proprio di sì: la cucina italiana è molto nota, è vero, ma è importante promuoverla così come i prodotti italiani autentici”. Così ci risponde Irene Forzoni, responsabile Export Agroalimentare e Beni di Consumo presso la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS).
Proprio la CCIS organizza in Svizzera l’ottava edizione della “Settimana della cucina italiana nel mondo” (dal 13-19 novembre), un’iniziativa del Governo italiano. Sull’autenticità dei prodotti italiani insiste anche la CCIS. “Negli ultimi anni – sottolinea Irene Forzoni – si sta lavorando per tutelare il Made in Italy, contro la contraffazione e il fenomeno dell’Italian Sounding, peraltro diffuso anche in Svizzera”. Di cosa di tratta esattamente? “Mentre la contraffazione vera e propria dei prodotti può essere impugnata legalmente e sanzionata – risponde Irene Forzoni – il fenomeno dell’Italian Sounding (ovvero quando si conferisce a prodotti non italiani autentici un nome “italianeggiante” per far leva sul potere di marketing dell’etichetta italiana) non è facilmente perseguibile, soprattutto nei Paesi in cui le certificazioni non sono né conosciute né riconosciute. Questo ha portato in passato a un enorme danno di immagine ma anche economico all’Italia”.
+ La lotta contro la falsa cucina italiana
Sebbene il fenomeno dell’Italian Sounding sia diffuso anche in Svizzera, occorre però dire che nonostante quella elvetica sia una piccola realtà è comunque una tra le maggiori destinatarie dei prodotti agroalimentari italiani autentici.
I motivi del successo italiano in Svizzera sono tutto sommato abbastanza semplici: “Innanzitutto – sottolinea Irene Forzoni – la vicinanza geografica e per diversi aspetti anche culturale. L’Italia è inoltre una destinazione di vacanze molto cara agli svizzeri che quindi conoscono bene i prodotti italiani perché spesso li assaggiano sul territorio. Non da ultimo la forte presenza italiana in territorio elvetico (sono più di 600’000 le persone con passaporto italiano residenti in Svizzera, ndr.) e naturalmente l’alto potere d’acquisto”.
Le richieste di prodotti alimentari cambiano
Quali sono i prodotti enogastronomici italiani più amati dagli e dalle svizzere? “Come si evince anche dai dati (vedi tabella che segue, ndr.) – risponde Irene Forzoni – il consumatore svizzero chiede soprattutto vini, formaggi e latticini, conserve, salumi, senza naturalmente dimenticare la pasta e i panettoni”. Un classico.
Nel tempo però le richieste sono leggermente mutate. A parte un costante aumento delle richieste di prodotti enogastronomici italiani, c’è ora una maggior richiesta di vini e prodotti bio, in linea con le tendenze del mercato bio svizzero. “Dalla mia esperienza personale – aggiunge Irene Forzoni – incontro diversi piccoli importatori elvetici (soprattutto di vino) interessati a prodotti di nicchia, che consentono loro di differenziarsi dall’offerta di altri attori sul mercato. Per questo, ad esempio, vengono importati in Svizzera prodotti meno conosciuti e provenienti da regioni o località che si differenziano dalle “big 4” (Piemonte, Toscana, Veneto e Puglia). Questa tendenza è ancora minoritaria ma si sente che qualcosa sta cambiando”.
Fare affari in Svizzera
Sebbene la Svizzera non sia nel mercato europeo, nonostante goda di un regime privilegiato grazie agli accordi bilaterali, e la dogana svizzera sia percepita come una barriera amministrativa complessa e insormontabile che induce spesso le piccole imprese ad orientarsi verso altri mercati vicini, i numeri dell’export italiano in Svizzera sono comunque confortanti. La piccola Svizzera che ha una popolazione pari a un sesto di quella italiana è il quinto mercato di destinazione al mondo delle esportazioni totali della Penisola. Come ama spesso citare la Confederazione (quando parla dei rapporti bilaterali con l’Italia), il valore delle esportazioni italiane in Svizzera supera quelle di India, Cina e Brasile insieme.
“Esportare in Svizzera – scrive il governo italianoCollegamento esterno – può essere una scelta strategica vantaggiosa, ma attenzione alle insidie”. Per affrontare questo mercato bisogna essere preparati, avere un prodotto o servizio che sia veramente di qualità e si distingua rispetto agli altri, ed essere capaci di comunicarne il valore a consumatori che sanno essere tanto esigenti quanto fedeli.
“La Svizzera non tollera improvvisazioni. Se si vuole aggredire il mercato con qualche speranza – spiega Irene Forzoni – occorre un piano a medio termine che preveda un’analisi della domanda e delle preferenze dei consumatori, l’individuazione di importatori affidabili ed autorizzati e il reclutamento di spedizionieri abituati a trattare con i doganieri di Chiasso”.
Pensare che la Svizzera sia un mercato di facile accesso per via dei redditi elevati dei suoi abitanti, è uno degli errori più comuni delle aziende meno abituate ad avere a che fare con la Confederazione. È vero, una passeggiata tra gli scaffali dei supermercati di Zurigo e Ginevra può indurre a pensare che i consumatori e le consumatrici svizzere siano disponibili a pagare qualsiasi prezzo per le eccellenze agroalimentari. Non è proprio così.
E qui entra in gioco il lavoro della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. “Noi facciamo un lavoro bidirezionale: alle aziende italiane spieghiamo le tendenze di mercato e anche le modalità di approccio vincenti sia nei rapporti con il cliente sia nelle questioni normative e fiscali. D’altro canto, promuoviamo sul territorio il Made in Italy autentico delle zone più note e sensibilizziamo il consumatore e le consumatrici svizzere a zone di produzione meno note o più lontane dai confini. In questo modo cerchiamo di far avvicinare il più possibile domanda e offerta, di incuriosire la domanda verso le novità e di allineare l’offerta ai trend attuali”.
La settimana della cucina italiana nel mondo
Il raggiungimento di questi obiettivi passa anche da manifestazione come la Settimana della cucina italiana nel mondo.
“In questa settimana – spiega Irene Forzoni della CCIS – si concentrano iniziative di degustazione, promozione di prodotti e incontri con operatori locali. Il tutto per far conoscere e valorizzare la dieta mediterranea, puntando sull’autenticità dei prodotti. Inoltre, si coglie l’occasione per presentare itinerari turistici ed enogastronomici”.
I vari appuntamenti in Svizzera, organizzati dalla CCSI, in realtà si estendono oltre i confini della settimana. Si inizia con tre cene dedicate alla CalabriaCollegamento esterno, tutte a base di prodotti e sapori emblematici della regione Calabria. Toccherà tutte le regioni linguistiche della Svizzera: il primo appuntamento si è già tenuto a Zurigo il 9 novembre scorso al Ristorante Gandria. Seguono le cene a Lugano il 15 novembre presso il ristorante Pinard e il 16 novembre a Ginevra al Collonge Café.
Seguirà una degustazione dedicata alla ToscanaCollegamento esterno (Maremma e costa tirrenica) alla presenza di ben 15 aziende produttrici. L’evento al Ristorante toscano Im Puls 5 è rivolto agli operatori svizzeri del settore Agroalimentare (importatori, dettaglianti, grossisti, giornalisti e blogger, chef e sommelier) che incontreranno aziende della Toscana Tirrenica e della Maremma con l’intento di scoprire e degustare i loro prodotti.
Infine, non poteva mancare una serata dedicata al NordCollegamento esterno, in cui verranno presentati prodotti di 10 consorzi di tutela lombardi, tra cui i noti Franciacorta e Taleggio, ma anche le nicchie dei vini lariani e mantovani o del Salva cremasco e del quartirolo lombardo, solo per citarne alcuni. L’appuntamento è fissato per lunedì 20 novembre al Leo Restaurant and Bar, Rooftop Globus.
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