La Svizzera rimpatria un’ottantina di persone malate di Covid-19
La Svizzera prevede di rimpatriare circa 80 persone malate di Covid-19. Il servizio sanitario coordinato dell'Esercito ha informato venerdì i cantoni. Quasi la metà dei malati sono stati infettati durante le loro vacanze in Paesi dei Balcani.
Per almeno otto persone, questo rimpatrio è considerato “urgente”. Il portavoce della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, Tobias Bär, ha confermato tali informazioni pubblicate sabato dai giornali del gruppo Tamedia.
Dal canto suo, l’esercito svizzero ha precisato che tali cifre corrispondono a quelle che lil Servizio sanitario dell’esercito ha ricevuto tramite le grandi organizzazioni di rimpatrio il week-end scorso. Nel frattempo, v’è stata sicuramente un’evoluzione delle cifre, ma non sono in possesso del servizio sanitario dell’esercito, ha indicato Delphine Schwab-Allemand, portavoce del Dipartimento federale della difesa.
Posto riservato
I rimpatri hanno luogo dopo un controllo medico e una valutazione fatta dalle organizzazioni di rimpatrio. “Stando alle informazioni in nostro possesso, occorre che un posto di trattamento sia disponibile e che venga riservato affinché il rimpatrio possa avvenire”, ha precisato ancora il Dipartimento federale della difesa..
I rappresentanti dei cantoni, del servizio sanitario dell’esercito e della Società svizzera di medicina intensiva si incontreranno lunedì per discutere questioni di diritto, organizzative e logistiche, ha precisato il portavoce della CDS.
Reparti di cura intensive nuovamente affollati
Attualmente i pazienti Covid-19 occupano il 33,7% dei posti disponibili nei reparti di cure intense degli ospedali svizzeri. Il tasso d’occupazione globale è dell’80,30%, stando alle ultime cifre diramate dall’Ufficio federale dei sanità pubblica. Anche se la situazione si fa critica.
E del cosiddetto ‘triage’ si sta parlando apertamente nella Svizzera tedesca, dove gli ospedali sono affollati di pazienti Covid, quasi tutti non vaccinati.
Una situazione critica soprattutto in alcuni cantoni, dove si già è iniziato, come nelle precedenti ondate, a trasferire dei pazienti e a rimandare le operazioni non urgenti.
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