La vittoria di Nemo all’Eurovision rilancia il dibattito sul terzo sesso in Svizzera
Nel 2022 il Governo elvetico aveva ritenuto che il Paese non era pronto a iscrivere un terzo sesso nel registro di stato civile. Il ministro di giustizia e polizia Beat Jans si è ora detto disposto a discutere dei diritti delle persone non binarie con il cantante che ha trionfato all'Eurovision Song Contest.
La vittoria di Nemo alla rassegna canora tenutasi in Svezia potrebbe avere un impatto che va ben al di là delle paillettes, dell’entusiasmo di decine di migliaia di fan e delle vendite discografiche.
Dichiaratamente non binario – non si identifica né con l’identità di genere maschile né con quella femminile – il cantante di Bienne ha riportato sotto la luce dei riflettori la condizione di questa categoria di persone e le rivendicazioni ad esse associate.
La sua canzone, intitolata The Code, parla proprio del suo percorso, contraddistinto da questioni di genere e dall’eclettismo musicale. “Questo brano viene dal mio cuore, è la mia storia”, ha sottolineato Nemo. “È la storia di chi sono, di come si sono trovato, di dover scegliere tra l’uomo e la donna, di essermi reso conto di essere una persona non binaria. È una canzone che ho scritto per tutta la vita. Musicalmente ci sono state una serie di tappe. Ho fatto dell’opera, del rap… tutto questo è confluito in questo brano”.
Il servizio del TG della RSI:
Il suo trionfo in Svezia ha rappresentato l’occasione per affermare lo status delle persone non binarie: “È importante avere persone con cui ci si può identificare. Soprattutto quando si è soli, senza nessuno intorno, e si ha la sensazione di essere diversi”.
Domenica, congratulandosi con Nemo per la sua vittoria, il ministro di giustizia e polizia, il socialista Beat Jans, ha dichiarato di volerlo incontrare “anche per parlare dei diritti queer”.
Stralciare il genere o introdurne un terzo?
Lunedì l’organizzazione Transgender Network Switzerland (TGSN) ha da parte sua rivendicato l’introduzione in Svizzera di un terzo genere o lo stralcio del sesso dal registro dello stato civile.
È quanto ha auspicato ai microfoni della radio pubblica di lingua tedesca SRF Sandro Niederer, direttore del segretariato della TGSN.
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Per Niederer oggi nella Confederazione le persone non binarie devono fare i conti con le discriminazioni, ma la società è ormai matura per cambiamenti a livello giuridico.
Secondo la TGSN, attualmente in Svizzera sono decine di migliaia (fino a 100’000) le persone che non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile.
Consiglio federale finora contrario
In un rapportoCollegamento esterno pubblicato alla fine del 2022, il Consiglio federale sosteneva che la Svizzera non era pronta a compiere il passo di iscrivere un terzo sesso nel registro dello stato civile o di cancellare ogni riferimento al genere.
Per il Governo il principio del binarismo di genere è profondamente radicato nella società. Il suo abbandono richiederebbe numerose modifiche alla Costituzione e alle leggi federali e cantonali. L’esecutivo riconosceva però che la classificazione di sesso e genere in due forme mutualmente esclusive “può porre problemi alle persone che non si identificano con uno dei sessi tradizionalmente conosciuti”.
Appare tuttavia verosimile che la questione torni sul tavolo del Governo. Durante l’anno trascorso alla testa del Dipartimento federale di giustizia e polizia, oggi diretto da Beat Jans, la socialista Elisabeth Baume-Schneider aveva dichiarato di voler trovare soluzioni pragmatiche sul tema.
Anche la Commissione nazionale d’etica in materia di medicina umana ritiene che l’attuale normativa sia insoddisfacente, poiché non tiene sufficientemente conto della diversità delle identità di genere.
A livello internazionale, il non binarismo di genere è riconosciuto da Germania, Austria e Cile.
L’identità della comunità non binaria:
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