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Le alluvioni mettono in ginocchio il turismo

case attornaite da massi
La località di Fontana, in Val Bavona, è stata una delle più colpite dall'alluvione. Ti-Press

Molte delle regioni svizzere colpite in questi ultimi giorni dalle intemperie vivono anche grazie al turismo. La stagione estiva si annuncia molto difficile.

“Mancano gli ospiti negli alberghi e nei ristoranti. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono quelli dell’indennità con il lavoro ridotto. A oggi sono 23 le aziende che ne hanno fatto richiesta. Diciassette sono già state concesse e sono unicamente aziende dell’albergheria e della gastronomia”. Il quadro per il Moesano descritto ai microfoni della Radiotelevisione svizzera RSI da Marcus Caduff, direttore del Dipartimento dell’economia pubblica e della socialità del Canton Grigioni, non lascia sicuramente ben sperare per la stagione turistica che inizia in questi giorni.

“Abbiamo già ricevuto cancellazioni da parte di persone che avevano prenotato per i mesi di luglio, agosto e anche settembre”, ha dal canto suo dichiarato alla Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca SRF Christian Vigne, direttore dell’Ente turistico della Mesolcina.

Lo scenario che va delineandosi nella valle del Grigioni italiano colpita da un’alluvione il 21 giugno scorso (costata la vita a due persone, una terza risulta tuttora dispersa) rischia di essere ancora più drammatico in Valle Maggia e nell’Alto Vallese.

In questa immagine del geoportale della Confederazione, la località di Fontana, in Val Bavona, prima e dopo l’alluvione:

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È ancora presto per un bilancio dei danni delle intemperie che lo scorso fine settimana hanno colpito queste due regioni alpine e che hanno causato la morte di almeno sei persone (cinque delle quali in Ticino). Le immagini delle devastazioni lasciano però poco spazio all’ottimismo.

L’Alta Valle Maggia è irraggiungibile dopo che le acque e i detriti hanno distrutto un ponte stradale a Cevio. I collegamenti potrebbero essere ripristinati piuttosto velocemente, in un primo tempo rinforzando la passerella sinora destinata a pedoni e biciclette e rendendola transitabile ai veicoli leggeri e in un secondo tempo con la posa di un ponte provvisorio da parte dell’esercito.

Il crollo del ponte è però solo l’immagine emblematica di una desolazione ben più vasta. L’alluvione ha distrutto o danneggiato case, aziende agricole, scuole, infrastrutture varie…

La Val Bavona, famosa tra le altre cose per i suoi prati pensili, “resterà probabilmente inaccessibile per mesi”, ha dichiarato alla RSI la sindaca di Cevio Wanda Dadò. “Ci vorrà molto tempo, lavoro e risorse finanziarie per rendere nuovamente vivibile il territorio”, ha aggiunto.

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“In poche ore questo evento ha cancellato gran parte del nostro territorio costruito e non. Enormi sforzi portati avanti con grandi sacrifici da generazioni sono andati distrutti”, ha sottolineato da parte sua il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio.

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I prossimi mesi saranno sicuramente molto difficili per questa regione che ha nel turismo di montagna la sua linfa vitale e che vive anche grazie alle molte persone che qui hanno una residenza secondaria.

ragazzo su un materassino gonfiabile su un fiume
La Valle Maggia è una delle mete turistiche ticinesi predilette. Keystone / Ti-Press / Samuel Golay

L’alluvione ha avuto ripercussioni anche più a sud. Molti detriti che si sono riversati nella Maggia sono confluiti nel Verbano. La navigazione ha dovuto essere in parte interrotta.

battello e legname che galleggia sul lago
Il Verbano si presentava così martedì 2 luglio. Ti-Press

Se in Valle Maggia la situazione è drammatica, alcune regioni del Vallese non sono messe meglio. Ad esempio Saas-Grund, dove sabato sera in pochi minuti circa 100’000 metri cubi di detriti si sono riversati sul villaggio.

Intervistato dal giornale Le Temps, il direttore dell’Ente turistico vallesano Damian Constantin è preoccupato per le ripercussioni su quella che è una delle principali attività economiche della regione. “Ciò che i turisti hanno visto e letto sulla stampa nelle ultime ore potrebbe indurre alcuni di loro a cancellare il soggiorno. Probabilmente i primi a disdire saranno gli svizzeri, che possono prenotare per brevi periodi”.

Per Matthias Supersaxo, responsabile del turismo della valle di Saas, una cosa è certa: le immagini delle devastazioni degli scorsi giorni avranno un impatto sul settore. Affinché per queste regioni i danni non diventino ancora più gravi di quanto lo siano già, “il nostro compito nei prossimi giorni e settimane – ha sottolineato alla SRF – sarà quello di dimostrare che è possibile soggiornare in sicurezza”.

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