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Le pastiglie di iodio arrivano per posta alla popolazione svizzera

due blister di pastiglie di iodio
Un blister basta per una persona, il secondo è di riserva. © Keystone / Christian Beutler

A 10 anni dall'ultima distribuzione, nelle prossime settimane la popolazione che vive nel raggio di 50 chilometri da una delle centrali nucleari presenti in Svizzera riceverà delle compresse allo iodio.  

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha comunicato che sarà avviata nei prossimi giorni (e durerà fino a metà novembre) una campagna di distribuzione gratuita di pastiglie allo iodio alla popolazione residente nel raggio di 50 km dalle centrali nucleari svizzere, indipendentemente dalla loro età. Questa distribuzione è regolata da un’Ordinanza appositaCollegamento esterno, entrata in vigore la prima volta nel 1992.  

Perché 50 km?

Abbiamo chiesto all’UFSP la ragione della distanza di 50 chilometri, poiché in altri paesi la distribuzione di iodio avviene in un perimetro più ridotto. “Le misure di protezione di emergenza in Svizzera sono state riesaminate dopo gli eventi di Fukushima. Queste analisi hanno dimostrato che l’assunzione di compresse di iodio potrebbe essere appropriata in caso di evento fino a una distanza di 50 km. Questo raggio di distribuzione è anche in linea con le linee guida internazionali. Per questo motivo il raggio di distribuzione è stato aumentato da 20 km a 50 km”. 

“Le compresse sono una misura preventiva in caso di grave incidente nucleare e possono essere assunte soltanto su ordine delle autorità”, ricorda l’UFSP. In caso di evento, la popolazione sarà opportunamente allarmata e informata. 

+ Lo iodio nella dispensa

L’ultima distribuzione era avvenuta 2014 e, visto che le compresse in questione hanno una scadenza di 10 anni, è necessario ora sostituirle. Se nel 2014 erano cinque le centrali interessate dalla misura, oggi sono solo le quattro indicate su questa cartina interattivaCollegamento esterno: Leibstadt e Gösgen (entrambe nel canton Soletta) e Beznau 1 e 2 (nel canton Argovia). L’area di distribuzione risulta questa volta ridotta rispetto al passato, poiché la centrale nucleare di Mühleberg, nel canton Berna, non è più in funzione ed è attualmente in fase di smantellamento. 

La loro assunzione, però, è una misura preventiva efficace per bambine e bambini, adolescenti, donne in gravidanza e, in generale, le persone fino ai 45 anni. A partire da questa età, invece, non è più raccomandata. Il rischio di tumore alla tiroide diminuisce, infatti, fortemente con l’avanzare dell’età, mentre la probabilità di effetti collaterali aumenta. 

In ogni confezione, ricorda l’UFSP, c’è un numero di compresse maggiore di quelle necessarie a una sola persona. “Questo per consentire a tutti, in caso di incidente, di fornire le compresse anche ad altre persone, per esempio parenti, conoscenti, vicini oppure ospiti che non hanno a portata di mano le proprie confezioni” o ancora “alle persone che si sono appena trasferite nei Comuni interessati oppure che vi soggiornano per un breve periodo o non dispongono delle compresse allo iodio per altri motivi”. 

Oltre alla distribuzione alla popolazione entro i 50 chilometri, tutti i Cantoni immagazzinano una quantità di compresse sufficiente ad approvvigionare in tempi brevi tutta la popolazione in caso di necessità.  

Come funzionano? 

L’isotopo stabile di iodio è il 127 ed è quello presente nelle pastiglie distribuite alla popolazione. Questo viene assorbito dalla tiroide ed entra in competizione con altri isotopi instabili e quindi radioattivi. La tiroide, se saturata di iodio “buono”, non può assorbire quello nocivo. In caso di incidente nucleare, nell’ambiente viene rilasciato l’isotopo 131, che ha un periodo di decadimento di otto giorni (questo significa che ogni otto giorni la sua attività si dimezza). Le pastiglie non sono efficaci contro isotopi radioattivi di altri elementi che vengono espulsi in caso di fissione nucleare.  

Le compresse non sono però la soluzione miracolo: impediscono alla tiroide di assorbire lo iodio radioattivo trasportato nell’aria, ma non proteggono dalle radiazioni radioattive dirette. “Per questo motivo, in caso di grave incidente in una centrale nucleare, le autorità ordinano anche altre misure di protezione, come la permanenza in casa o nei rifugi”, si può leggere sul sito jodtabletten.chCollegamento esterno

Gli effetti collaterali, si legge nel foglietto illustrativoCollegamento esterno che accompagna le pastiglie, sono rari e di norma innocui (gusto metallico, disturbi di stomaco, mal di testa, ecc.).  

Cosa succede in caso di incidente nucleare? 

In Svizzera è compito della Centrale nazionale d’allarmeCollegamento esterno preparare le misure di protezione in caso di aumento della radioattività e, in collaborazione con le autorità cantonali e federali, è stato elaborato un piano di protezione di emergenza che definisce le modalità in cui dev’essere lanciato l’allarme alla popolazione e che disciplina le responsabilità e i compiti di Confederazione e Cantoni. 

Nel caso di incidente nucleare che mette in pericolo la popolazione, viene attivato il primo allarme generale, che passa sia dall’app AlertswissCollegamento esterno, che da radio e TV, come pure dalle sirene presenti in tutto il Paese  che emettono un segnale per un minuto, che viene poi ripetuto nuovamente entro cinque minuti. In questo caso la popolazione è invitata preparare le misure di protezione, ossia a tenere le compresse di iodio a portata di mano e a prepararsi alla permanenza in cantina o in un rifugio. Un secondo allarme viene lanciato se il pericolo aumenta. In questo caso vanno assunte le compresse di iodio secondo le prescrizioni e la popolazione deve recarsi in cantina o in un rifugio.  

+ Due giorni, 27 vicini e un bassotto – addio al rifugio antiatomico

La Confederazione misura costantemente in decine di stazioni distribuite in tutto il Paese la radioattività nell’aria e i risultati in tempo reale possono essere consultati sul sito radenviro.chCollegamento esterno. I dati riguardano l’aria, l’acqua, il suolo, il latte, i cereali.  

In caso di incidente nucleare, non viene rilasciato solo iodio nell’ambiente. Si ritrovano anche isotopi radioattivi di stronzio, che viene assorbito dalle ossa, di cesio, che si accumula soprattutto nei muscoli e di plutonio, che può causare tumori ai polmoni. I problemi che queste sostanze causano sono però troppo complessi perché possano essere arginati da misure come quella delle pastiglie di iodio. Esistono farmaci aspecifici, ma questi vengono prescritti dal personale curante ai e alle pazienti toccati dal problema.

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