L’Italia è molto interessata al fatto che il negoziato in corso tra la Svizzera e l’Unione europea sulla libera circolazione vada a buon fine. È quanto ha detto il ministro degli Esteri palo Gentiloni, ospite dell’annuale Conferenza degli ambasciatori elvetici. La Confederazione, se non verrà trovata una soluzione concordata con Bruxelles, si appresta infatti a introdurre una clausola unilaterale di salvaguardia, in applicazione dell’iniziativa contro l’iniziativa di massa del febbraio 2014 che rischia di far cadere l’intero pacchetto di accordi bilaterali sottoscritti tra Svizzera e Ue.
E in quest’ottica Gentiloni ha precisato che “l’Italia non si rassegnerà ad un eventuale esito negativo dei negoziati”, che al momento costituisce lo scenario più delicato su cui saranno chiamate a confrontarsi le diplomazie del Vecchio continente. E questo perché la Svizzera, ha continuato il titolare della Farnesina, “è uno dei nostri principali partner economici – il sesto paese destinatario di esportazioni nel mondo – e perché ci sono centinaia di migliaia di italiani che vivono e lavorano” nella Confederazione.
Da parte sua il suo omologo elvetico Didier Burkhalter ha sottolineato i progressi nella revisione dell’accordo di polizia tra i due paesi e ha espresso l’auspicio che si possa giungere presto alla firma dell’accordo sulla nuova tassazione dei frontalieri. In Svizzera, ha ricordato il capo del DFAE, “vivono 310’000 italiani che sono di gran lunga la comunità straniera più numerosa” e il Belpaese rappresenta “il terzo partner commerciale della Confederazione”. Sulla questione delle migrazioni i due ministri hanno ribadito la necessità di una maggiore collaborazione tra le forze di polizia europee e di applicare le regole in vigore per gestire un’emergenza che, è stato sottolineato, potrà trovare una soluzione solo a livello europeo.
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