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Limite di 30 km/h, il Parlamento vuole frenarne la diffusione incontrollata

cartello stradale che indica il limite di velocità di 30 km/h
Le zone a 30 km/h si diffondono sempre di più e c'è chi vuole frenare questa tendenza. KEYSTONE

Dopo l’OK del Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha dato il suo via libera a una mozione che chiede un migliore rispetto della “gerarchia stradale” e vuole porre un freno all’aumento delle zone a traffico limitato.

Il Parlamento elvetico ha deciso di frenare la diffusione delle zone a 30 chilometri orari nelle città. Dopo il Consiglio nazionale (Camera bassa), anche quello degli Stati (Camera alta) ha approvato una mozione che chiede di precisare i tipi di strada e la loro importanza all’interno delle località.

L’atto parlamentare inoltrato dal lucernese liberal-radicale Peter Schilliger chiede di rispettare la “gerarchia della rete stradale” e le funzioni delle strade nelle aree urbane e rurali mediante una modifica della legge federale sulla circolazione stradale.

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Schilliger, che è anche membro del CdA del Touring Club Svizzero (TCS), ha ricordato che il Consiglio federale ha confermato che sulle strade a prevalenza motorizzata deve valere in generale il limite di 50 chilometri orari. “Ma se guardiamo alla realtà ci sono sempre più comuni che cercano di aggirare la legge e di creare delle zone 30 anche dove non sarebbero necessarie”.

Traffico più fluido e sicuro

Fra i contrari alla mozione c’erano anche il consigliere federale Albert Rösti, direttore del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), secondo il quale la mozione è inutile dal momento che già ora è necessaria una perizia motivata per introdurre il limite di 30km/h su alcune tratte stradali. Contrario anche il vicepresidente nazionale dell’Associazione traffico e ambiente Bruno Storni. Il socialista ticinese ha sostenuto che con le zone a 30 km/h il traffico è più fluido e più sicuro: “A 50 chilometri all’ora un pedone ha sei volte più possibilità di morire che se viene colpito da una macchina a 30 all’ora”.

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Schilliger ha replicato che è chiaro che “se non c’è traffico, non ci sono incidenti. Ma questo legame tra velocità e incidenti non è del tutto corretto. Anche tra chi circola in bicicletta ci sono molti incidenti e infortuni. E proprio anche per questa ragione è molto importante che si rispettino meglio le regole su ogni tipo di strada”.

Alle urne i 30 km/h non piacciono

Favorevole alla mozione Schilliger anche il senatore ticinese rappresentante del Centro Fabio Regazzi. A suo parere essa dovrebbe contribuire a fare chiarezza. La popolazione, ha ricordato, ha dimostrato più volte alle urne di essere contraria alla generalizzazione del limite dei 30 km/h nei centri.

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Un cartello stradale indicante la velocità massima di 30 km/h.

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Quale presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri, Regazzi ha anche criticato gli ostacoli che il limite dei 30km/h provoca alle piccole e medie imprese, in particolare a quelle attive nella distribuzione dove i tempi di consegna sono sempre più importanti, soprattutto ora con la diffusione degli acquisti online. Inoltre, ha aggiunto, la generalizzazione di simili limiti di velocità incide negativamente anche sul trasporto pubblico e ostacola i veicoli adibiti a soccorso.

Il dossier passa ora nelle mani del Consiglio federale.

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