Nuova primavera per il vecchio treno a vapore del Furka
Motoseghe, pale e frese: una quindicina di volontari trascorrono tre settimane a sgombrare la neve dalla storica linea ferroviaria del Furka. Reportage.
Sono le 5h30 del mattino. Con le prime luci del giorno, le montagne innevate assumono toni bluastri. A Realp, un piccolo villaggio nel cantone Uri, tutto è ancora tranquillo. Un edificio un po’ in disparte attira lo sguardo con le sue finestre illuminate: nella mensa dell’Associazione della linea montana del FurkaCollegamento esterno la giornata sta iniziando. I volontari hanno ancora i segni dei cuscini sul viso, ma stanno già scherzando mentre fanno colazione con pane e marmellata. Tra un caffè e l’altro, preparano dei panini, attaccano al petto i rilevatori di valanghe e si cospargono di crema solare, perché “lassù picchia forte!”.
La ferrovia è stata abbandonata nel 1981, con la messa in servizio della galleria di base del Furka. I volontari hanno iniziato a ripristinare la linea nel 1986. Alcune delle locomotive a vapore vendute al Vietnam dopo l’elettrificazione della linea nel 1942, sono state ritrovate e rimpatriate in Svizzera nel 1990 durante un viaggio molto difficileCollegamento esterno. Nel 2010 la linea è ritornata di nuovo pienamente operativa da Realp a Oberwald. Ogni anno, 30’000 passeggeri approfittano di questa attrazione durante i tre mesi di apertura, da fine giugno a inizio ottobre.
Una quindicina di persone partecipa allo sgombero della neve sulla storica linea del passo del Furka. I lavori durano circa tre settimane e, oltre allo sgombero della neve, servono per riparare i binari e far sì che tutto sia pronto per l’apertura della stagione turistica il 22 giugno. I volontari rimangono di solito una settimana a Realp e il ‘cambio della guardia’ avviene in generale ogni lunedì. La maggior parte di loro proviene dalla Svizzera, ma a volte anche dalla Germania, dalla Francia o dal Belgio.
Attenzione alle valanghe
Le locomotive hanno già lasciato il deposito. Alle 6h30 fischiano e prendono a bordo tutti i volontari per raggiungere il luogo di sgombero. Due persone si staccano dal gruppo e si allontanano: sono responsabili della sicurezza e trascorreranno la giornata sulla montagna situata di fronte al luogo dove gli altri lavorano. La loro missione consiste nell’osservare il manto nevoso e a rilevare al più presto le valanghe in modo da dare subito l’allarme via walkie-talkie.
Gli altri volontari iniziano ad arrampicarsi sulla cremagliera ammirando il paesaggio, un mosaico di neve, verde e ruscelli. Ad aprire la via è una piccola locomotiva rossa, soprannominata “La fragolaCollegamento esterno“, seguita dalla grande locomotiva dieselCollegamento esterno. Il convoglio si infila nei muri di neve e attraversa una galleria decorata da migliaia di stalattiti di ghiaccio. È costretto a fermarsi nel tunnel successivo, poiché l’uscita è completamente bloccata. La squadra riesce ad issarsi sul manto bianco utilizzando una scala. Con le valanghe, l’altezza della neve raggiunge in alcuni punti ben 16 metri. I volontari usano le pale e due sgombraneve a motore. La locomotiva diesel dispone di una fresa nella parte anteriore per liberare i binari, ma il sistema non funziona se l’altezza della neve supera 1,5 metri.
Il sole sorge sulla zona di sgombero. I volontari si dividono in piccoli gruppi e si mettono subito al lavoro. Questa settimana è Patrick a supervisionare il lavoro. Geofisico di professione, è coinvolto nell’associazione da molti anni: “Diventare macchinista era il mio sogno da bambino e ho potuto realizzarlo al Furka”.
L’estate scorsa a Realp, ha incontrato per caso Robert, venuto per scoprire il treno a vapore. Patrick ha convinto questo ottico zurighese a venire a dare una mano per lo sgombero. Robert è riuscito a liberarsi per tre giorni ed è raggiante: “Qui è un’altra dimensione, c’è talmente tanta neve!”.
Un muro di neve
Poco più in là, la terza galleria è stata completamente ricoperta da una valanga. La neve è così compatta che i volontari usano un escavatore per rimuoverla. La squadra è riuscita a penetrare all’interno e cerca di aprire la porta della parte superiore del tunnel. Chiusa durante l’inverno, impedisce alla neve di invadere la galleria. I pali metallici che la sostengono la porta vengono rimossi uno ad uno e le ante si aprono su un vero e proprio muro di neve, duro come il cemento, che i volontari iniziano pian piano a rimuovere.
Alexander è responsabile dell’escavatore. Questo pensionato della regione di Zurigo ha lavorato tutta la vita con macchine edili. Partecipa allo sgombero della neve da 4 anni. “Voglio mantenere in vita il treno a vapore del Furka e siccome non ho molti soldi, do un po’ del mio tempo, spiega. È bello essere ancora in grado di guidare delle macchine, di discutere con la gente. Tutti si aiutano a vicenda”. Improvvisamente un topolino appare in mezzo alla galleria e esita un po’ tra le rotaie. “Cosa avrà mangiato durante tutto l’inverno?”, si chiede Alexander.
Con la motosega
Uno dei punti più critici in questo lavoro di sgombero è il ponte SteffenbachCollegamento esterno, situato leggermente più in alto. Si tratta di una struttura smontabile, installata nel 1925. Durante l’inverno, le diverse parti sono posate da una parte e dall’altra del corridoio. I volontari devono liberarle, in modo da poterle di nuovo fare scorrere e collegare le rotaie. Originariamente, qui vi era un ponte di pietra, costruito all’inizio del XX secolo, ma una valanga l’ha spazzato via.
Sotto il ponte, la neve è talmente compatta che la squadra usa una motosega per staccare i blocchi di ghiaccio. Jenny li solleva con la sua pala e li sposta un po’ più in là. Questa infermiera di 30 anni di Monaco di Baviera si diverte molto a lavorare nella neve. È la quinta volta consecutiva che viene qui con il suo amico. “Conoscevamo già la regione in estate, ma avevamo voglia di scoprirla in inverno, racconta. Ci piace fare attività all’aperto, cambia da ciò a cui siamo abituati ed è appassionante”.
Alle 14h tutti iniziano a mettere a posto. Lo sgombero finisce presto, perché nel pomeriggio il pericolo di valanghe è troppo elevato. I volontari si dirigono, ancora tutti sudati, verso la locomotiva, che li riporterà alla mensa per un caffè e qualche cioccolatino ben meritati. Sulla via del ritorno sembrano tutti esausti, ma hanno comunque un ampio sorriso sulle labbra. “Certo, alla fine della giornata siamo KO, dice Jenny. Ma è una bella fatica, ci sentiamo bene poiché sappiamo ciò siamo riusciti a fare”.
La linea montana del Furka è stata realizzata per collegare Briga a Disentis, al fine di sviluppare il turismo e permettere il trasporto di convogli militari. La linea è entrata in servizio nel 1926 ed è stata elettrificata nel 1942. La ferrovia è stata abbandonata nel 1981, con la messa in servizio della galleria di base del Furka. I volontari hanno iniziato a ripristinare la linea nel 1986. Nel 2010 è ritornata di nuovo pienamente operativa da Realp a Oberwald. Ogni anno, 30’000 passeggeri approfittano di questa attrazione durante i tre mesi di apertura, da fine giugno a inizio ottobre.
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