Oltre 2000 persone hanno manifestato sabato a Losanna contro le violenze di natura sessista: in Svizzera, ogni due settimane una persona muore a causa delle violenza domestica e per tre quarti si tratta di donne o ragazze; una su cinque, nel corso della vita, è vittima di violenze sessuali. Dimostrazioni analoghe si sono tenute in altre città, tra cui Roma, in vista della giornata internazionale contro la violenza domestica e i femminicidi di lunedì.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 23.11.2019)
L’azione di Losanna, dove la folla ha scandito slogan contro il patriarcato, era organizzata dal collettivo del canton Vaud per lo sciopero delle donne. Le manifestanti chiedono, tra l’altro, che nella normativa penale elvetica sia introdotto il concetto di femminicidio.
In Svizzera, lo scorso anno, si è toccato il picco dei reati penali per violenza domestica: oltre 18’000, quasi il 9% in più dell’anno precedente. Delle 27 vittime, 24 erano donne.
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La manifestazione femminista di Roma “contro la violenza patriarcale, economica e istituzionale” era invece organizzata dal movimento Non Una Di MenoCollegamento esterno; anch’esso ha ricordato con quale frequenza le donne -in Italia- vengano uccise da una persona di loro conoscenza, solitamente il marito o compagno: una ogni 72 ore.
Tre femminicidi su quattro si consumano in casa, e il 63% degli stupri è commesso da un partner o ex partner, senza distinzioni di “passaporto né classe sociale”.
Non Una Di Meno, che denuncia anche le continue violenze di matrice omo-lesbo-transfobica, chiede di riconoscere, garantire e valorizzare il lavoro dei centri antiviolenza e, dacché “l’indipendenza economica e la libertà di movimento sono le condizioni fondamentali per affrancarsi dalla violenza”, invoca “un salario minimo europeo, un reddito di autodeterminazione svincolato dalla famiglia e dai documenti di soggiorno” e l’abolizione di “leggi che mantengono in condizione di ricattabilità le persone migranti”.
Dopo il corteo di sabato partito da piazza della Repubblica, Non Una Di Meno si riunirà domenica in assemblea nazionale nel quartiere San Lorenzo, per preparare lo sciopero globale femminista dell’8 marzo 2020.
A Parigi, sono stati affissi sui muri slogan di denuncia. È stato lo stesso presidente Emmanuel Macron a definire “piaga di Francia” la violenza domestica e i femminicidi: 130 donne sono state uccise dal partner nel Paese solo nel corso di quest’anno.
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Migliaia di persone hanno manifestato nelle città francesi; 50’000 solo nella capitale.
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